Carabinieri subacquei al lavoro ieri, a Lipari, nell'àmbito dell'indagine giudiziaria relativa ai cassoni modulari, all'area di cantiere del prolungamento e alla messa in sicurezza del porto di Marina Corta. Area posta sottosequestro, nel giugno scorso, all'indomani dei ritrovamenti archeologici nell'area portuale di Sottomonastero.
L'impresa "Scuttari" di Chioggia, che ha in appalto anche i lavori di Sottomonastero (l'area in cui sono state trovate testimonianze dell'antico porto romano di Lipari), stava infatti procedendo a riempire i cassoni di Marina Corta con la sabbia prelevata dal sito rivelatosi poi di grande importanza archeologica. Il sequestro venne effettuato, in via cautelare, in quanto una ispezione, effettuata il 30 maggio da Philippe Tysseir, della Sovrintendenza del mare, a bordo del pontone della ditta "Scuttari" aveva consentito il ritrovamento, tra i residui di sabbia, di diversi frammenti archeologici. Da qui il sospetto che anche nei cassoni modulari potessero essere stati depositati, insieme alla sabbia, altri resti archeologici.
Ieri, con la supervisione dell'ing. Giuseppe D'Andrea, consulente della Procura della Repubblica di Barcellona per questa fase ma anche per il proseguimento dei lavori portuali in quella zona, i carabinieri si sono immersi per verificare se, e come, i tre cassoni fossero stati riempiti. Ovviamente viene mantenuto il massimo riserbo sulle operazioni e sui primi riscontri ma sembrerebbe che soltanto il primo dei tre manufatti sia stato riempito con sabbia. L'attività subacquea dei carabinieri, supportati dalla ditta dell'imprenditore liparese Franco Pittari, proseguirà nei prossimi giorni.
A conclusione delle verifiche e dei sopraluoghi l'ing. Giuseppe D'Andrea realazionerà al dott. Domenico Musto, della Procura della Repubblica di Barcellona. Ciò dovrebbe consentire, fatte salve altre iniziative della magistratura, di poter riprendere con i lavori di messa in sicurezza di Marina Corta.