(gazzetta del sud/Sarpi) Come era prevedibile il "pentolone" scoperchiato dai consiglieri comunali Gesuele Fonti e Francesco Megna (Il Faro), relativamente all'abbandono e al degrado dell'ex asilo nido di via S. Giorgio a Lipari e sulle maxi-cifre (circa 120.000 euro annui) spese dall'amministrazione per affittare locali da privati, ha generato forte indignazione a Lipari e scatenato drastiche prese di posizione. «Ho appreso - ha scritto al sindaco il consigliere Pietro Lo Cascio - del grave stato di abbandono in cui versano i locali dell'asilo nido e, come molti concittadini, non le nascondo il rammarico nel prendere atto che una struttura pubblica, realizzata per assolvere un importante ruolo sociale, sia soggetta a simile degrado».
Lo Cascio ha anche evidenziato come nel gennaio scorso si era parlato dell'affidamento di questi locali, tramite convenzione, alla cooperativa "Margherita" per lo svolgimento di iniziative ludico-ricreative per l'infanzia, da realizzare nell'ambito del progetto "Baby dreams", grazie anche al supporto di un co-finanziamento regionale. Ha quindi chiesto di aver chiarito se i locali dell'ex asilo nido siano effettivamente mai stati affidati dall'amministrazione alla cooperativa "Margherita" o ad altra cooperativa o perché, in caso contrario, quali motivazioni avrebbero costituito un elemento ostativo per tale affidamento. E proprio sull'affidamento "punta" il dito l'assessore al Patrimonio Giulio China, su tutte le furie: «Ho avviato una indagine e chiederò che i responsabili vadano perseguiti. I locali erano stati affidati ad una cooperativa mentre l'area esterna era stata utilizzata da una ditta che in zona aveva eseguito dei lavori pubblici». Sulla delicata situazione è anche intervenuto Piero Roux, presidente di Legambiente Lipari: «Sono indignato - ha scritto - come e quanto ogni cittadino di questo comune nel constatare la carente (o quasi nulla) attenzione dell'amministrazione Bruno ai problemi reali del paese che passano dalla gestione dei Rsu, all'abbandono di intere aree di interesse commerciale (Marina Corta), alla inidonea rete idrica e fognaria del paese, al turismo».