Dalla Regione arriva una novità che potrebbe avere ampie ripercussioni sull'intera programmazione dei comuni. L'assessorato regionale ai Beni culturali ha, infatti, revocato una precedente circolare, risalente al 16 febbraio 2006, avente per oggetto le procedure di apposizione e gestione dei vincoli paesaggistici. Il nuovo provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di venerdì scorso, è stato trasmesso a tutti i sindaci dei Comuni siciliani e ai presidenti delle Province.
Con la vecchia circolare si impartivano indicazioni e direttive sui criteri da osservare in sede di gestione dei vincoli paesaggistici, richiamando, a tal fine, i principi della concertazione tra enti e della "governance". Le Soprintendenze ai Beni culturali venivano invitate a «procedere a una rivisitazione globale dei vincoli già esistenti e operanti nel territorio». Adesso l'assessore regionale Antonello Antinoro sottolinea come le cose siano cambiate, esistendo una consolidata giurisprudenza in materia secondo cui «l'imposizione del vincolo paesaggistico non richiede una ponderazione degli interessi privati unitamente e in concorrenza con gli interessi pubblici connessi con la tutela paesaggistica». La Corte costituzionale stabilisce che, in virtù dell'articolo 9 della Costituzione, «il paesaggio è un valore primario, oltre che assoluto, che non si esaurisce nel concetto astratto di "bellezze naturali" ma include l'insieme dei beni materiali che insistono su un territorio e lo caratterizzano storicamente e geograficamente». Il paesaggio, dunque, inteso come contenitore di elementi naturali e di interventi modificativi realizzati dall'uomo. La Corte Costituzionale sottolinea inoltre che «sul territorio gravano più interessi pubblici: quelli concernenti la conservazione ambientale e paesaggistica, la cui cura spetta in via esclusiva allo Stato o, nel territorio siciliano, alla Regione, e quelli riguardanti il governo del territorio e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, affidati anche ad altri enti». Ma ecco il passaggio di fondamentale importanza: «La tutela ambientale e paesaggistica, poiché riguarda un bene complesso e unitario, considerato valore primario e assoluto, precede e comunque costituisce un limite alla tutela degli altri interessi pubblici attinenti al governo del territorio e alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali». La tutela del paesaggio – ricorda l'assessore regionale – impone l'esigenza di sottrarre i beni e le aree vincolati «a una trasformazione indiscriminata». E l'interesse alla conservazione del paesaggio, valore primario e assoluto, va tenuto distinto da quello alla fruizione e alla valorizzazione del territorio. Separazione, dunque, tra tutela del paesaggio e governo del territorio, integrazione reciproca, tenendo però ben presente che la tutela viene prima, appunto come «valore prioritario e assoluto».
Tutto ciò ovviamente va calato nella programmazione degli enti locali e negli interventi di pianificazione e di progettazione.