Questo il testo della lettera che il COMITATO PER LA DIFESA DEI COLLEGAMENTI MARITTIMI DELLE ISOLE EOLIE ha inviato oggi ai Sindaci dei Comuni di Lipari, Leni, Malfa e Santa Marina Salina; Ai Presidenti dei Consigli Comunali di Lipari, Leni, Malfa e Santa Marina Salina; A tutti i Consiglieri dei Consigli Comunali di Lipari, Leni, Malfa e Santa Marina Salina
Considerate le dichiarazioni succedutesi negli ultimi giorni, appare necessario: chiarire alcuni punti, ribadire la posizione del Comitato trasporti e reiterare le richieste già formulate ed accolte dalla cittadinanza eoliana, dai consigli e dalle amministrazioni dei comuni eoliani e, successivamente, da quelli delle isole minori della Sicilia.
Pur volendo sorvolare sulle dichiarazioni d’allarme dell’Ass. Bufardeci e dell’On. Caputo che fino a qualche giorno fa sembravano ribellarsi sdegnati alle richieste di tagli provenienti dai funzionari del Ministero dei Trasporti (richieste che lo stesso Ministro Matteoli provvedeva poi tanto puntualmente quanto ambiguamete a smentire), non si possono e non si devono trascurare gli atti d’Aula della seduta n. 156 del 19/02/2009 del Senato della Repubblica.
In quest’occasione, il Ministro Matteoli, incalzato dai Senatori D’Alia e Pistorio, riferiva: ..in risposta alle voci di presunti tagli che hanno avuto come conseguenza le giuste proteste dei residenti. Come già ho avuto modo di chiarire, non ho disposto alcun taglio di risorse, né alcuna soppressione dei collegamenti marittimi tra la Sicilia e le sue isole minori. In verità, in data 9 gennaio, dopo un incontro con l'assessore Bufardeci e i sindaci dei Comuni isolani interessati, ho inviato una lettera a Tirrenia e a Siremar dando precise direttive sul mantenimento dei collegamenti.
Questa è la posizione assunta e mantenuta dal ministro Matteoli successivamente all’occupazione della motonave Laurana e a seguito del primo incontro tenutosi a Roma alla presenza dei Sindaci delle isole minori e dell’Assessore Bufardeci: il Ministro continua a dichiarare di non avere disposto alcun taglio ma non ritiene di rassicurarci sull’essere in effetti riuscito a reperire le somme necessarie al mantenimento dell’assetto collegamenti promesso.
Con riferimento poi alla succitata comunicazione del 9 gennaio, con la quale il Ministro diffida Siremar e Tirrenia dall’interrompere il servizio, occorre rilevare che tali indicazioni, di fatto, sono state e continuano ad essere puntualmente disattese. In questi messi abbiamo assistito con senso di impotenza e frustrazione al costante saccheggio dei nostri collegamenti, attraverso:
- la soppressione della linea C/6 vel. Mtv. “Isola di Stromboli”, per il periodo 01.04-31.10.2008;
- la soppressione delle linee C/2 e C/6, Mtv. “Isola di Stromboli”, dal 28.10.2008;
- la riduzione del servizio aliscafi che dalla primavera del 2008 ad oggi, per il 60%, è stato effettuato con 3 (e in alcuni casi anche con 2) aliscafi anziché 4.
Inoltre, secondo gli itinerari che a breve verranno pubblicati, risulterebbero:
- dal 24.02.2009, ridimensionate le linee C/2 e C/6 che verrebbero, a seconda della disponibilità della nave per Napoli, a risultare operative solo 2 volte alla settimana anziché 7 (dette linee sono di fatto previste tutto l’anno).
- dal 01.04 al 30.06, soppressa la linea C/6 Vel. “Isola di Stromboli”, bi-giornaliera (fino al 30.06 e tri-giornaliera per i mesi di luglio agosto e settembre).
Inoltre e questo è ancora più grave, in prospettiva futura, sulla questione privatizzazione ed eventuale scorporo, il Ministro dichiara: … non sono in condizione di poter frammentare perché non me lo consente l'Unione europea…sono costretto ad indire una gara unica; poi vedremo se ci saranno Regioni che manifesteranno il proprio interesse e come poter procedere.
Di contro però, egli stesso, ricorda che: L'entrata in vigore del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con la legge n. 133 dello stesso anno, ha modificato l'iter procedurale in quanto, al comma 1 dell'articolo 57, ha assegnato alle Regioni interessate le funzioni ed i compiti di programmazione e di amministrazione dei servizi di cabotaggio marittimo di interesse pubblico da svolgere all'interno di una singola Regione e al successivo comma 3 ha previsto il passaggio a titolo gratuito dei pacchetti azionari delle società regionali dal gruppo Tirrenia alle Regioni che ne avrebbero fatto espressamente richiesta.
Pertanto, un Ministro decisamente in difficoltà, da una parte si nasconde dietro il presunto veto allo scorporo che gli verrebbe imposto dall’Unione Europea, dall’altra dichiara che era stato lo stesso Governo italiano a prevedere lo “spacchettamento” di Tirrenia con la L.133 e conferma l’interesse della Regione Sicilia, salvo però subordinarne la manifestazione di interesse ad una seconda fase (ma quando?). Lo stesso Senatore Pistorio, gli ricorda quanto già il Presidente Lombardo e l’Assessore Bufardeci hanno, più volte. avuto modo di dichiarare: La Regione Siciliana non è contraria all'assunzione piena di responsabilità in capo alla Siremar, ma non riesce da tempo ad accedere ad una due diligence che consenta di verificare il patrimonio, la dotazione organica, i mezzi e i bilanci di questa società. È una condizione che rende impraticabile anche la più ampia buona volontà per corrispondere ad una indicazione del Governo che può trovare una soluzione positiva.
Inoltre, il Sig. Ministro, cita a sproposito il Regolamento CEE 3577/92, allorquando dichiara: La proposta italiana presentata alla Commissione dell'Unione europea, in linea con quanto previsto dall'articolo 26 del decreto-legge n. 207, è stata quella di procedere alla privatizzazione del gruppo entro il 31 dicembre 2009, per avviare dal 1° gennaio 2010 le nuove convenzioni per consentire alla nuova proprietà del gruppo di assestarsi e rendere competitivo il servizio offerto e successivamente procedere alla liberalizzazione dell'intero settore, così come previsto dal regolamento (CEE) n. 3577/92.
Infatti, la scelta di privatizzare – laddove il 3577/92 si limita ad imporre di liberalizzare – è da attribuirsi esclusivamente allo Stato membro. Il succitato regolamento, infatti, recita testualmente: Nell'imporre obblighi di servizio pubblico gli Stati membri si limitano alle esigenze relative ai porti che devono essere serviti, alla regolarità, alla continuità, alla frequenza, alla capacità di fornitura del servizio, alle tariffe richieste ed all'equipaggio della nave. Qualsiasi compenso dovuto per obblighi di servizio pubblico, se previsto, deve essere reso disponibile a tutti gli armatori comunitari. Inoltre, il regolamento riporta: In caso di grave perturbazione del mercato interno dei trasporti dovuta alla liberalizzazione del cabotaggio, uno Stato membro può chiedere alla Commissione che adotti misure di salvaguardia. Queste misure possono comprendere l'esclusione temporanea della zona in questione dal campo d'applicazione del presente regolamento, per un periodo non superiore a dodici mesi.
E’, pertanto, evidente che, nella peggiore delle ipotesi, laddove non si riuscisse a trasferire direttamente le sovvenzioni statali ad un’ipotetica compagnia regionale, questa potrebbe in ogni caso concorrere con altri armatori comunitari ad una gara pubblica per l’assegnazione dei servizi.
Alla luce delle analisi di cui sopra, alcune domande nascono spontanee.
1. Perché – nonostante le molteplici forme di protesta - il nostro Ministro non dichiara chiaramente che l’assetto trasporti 2009 è salvo e che i fondi necessari sono stati reperiti?
2. Perché nonostante la comunicazione del Ministro del 9 gennaio con la quale raccomanda a Siremar e a Tirrenia la scrupolosa osservanza delle disposizioni ministeriali e che la definizione del quadro collegamenti marittimi…è riservata alle Amminisrazioni concertanti nell’ambito della Conferenza dei servizi interministeriale, di fatto queste società hanno già operato i tagli sopra citati?
3. Perché il Sig. Ministro, considerata la reiterata disponibilità della Regione Sicilia, non attiva immediatamente un tavolo tecnico - nell’ambito del quale effettuare le verifiche menzionate dal Senatore Pistorio e più volte richieste dall’Assessorato Regionale - con l’obiettivo di proporre un nuovo decreto legge che metta le Regioni nelle condizioni di assumere (di concerto con le amministrazioni locali) il controllo di una società pubblica o mista in grado di garantire i servizi di collegamento marittimo per le isole minori della Sicilia?
4. Perché il Sig. Ministro si ostina a non voler analizzare il problema Tirrenia nelle sue diverse sfaccettature e non suggerisce, com’è nelle sue possibilità, all’Unione Europea, un’applicazione del Regolamento CEE n. 3577/92 che preveda l’avvio del processo di liberalizzazione tenendo conto delle peculiarità delle isole minori della Sicilia, in quanto aree periferiche ed ultra periferiche così come previsto dal Trattato di Amsterdam?
Le comunicazioni interne degli ultimi giorni rischiano di creare confusione sugli obiettivi della protesta e di indebolirne e svilirne il significato.
Riteniamo che, a quasi 2 mesi dal Consiglio Comunale che ebbe a definirne i punti salienti, sia arrivato il momento di capire, inequivocabilmente, se le Amministrazioni e i Consigli Comunali delle Isole Eolie credono ancora fermamente in questi obiettivi, primi tra tutti:
a. Lo scorporo della Siremar dalla Tirrenia con conseguente storno delle some necessarie a garantirne la gestione.
b. Evidenza dello stanziamento delle somme necessarie a garantire per il 2009 gli itinerari orari previsti per il 2008.
c. Il mantenimento della linea Eolie-Napoli.
d. Il ripristino immediato dell’assetto collegamenti previsto (linee C/2 e C/6; linea C6 Vel.; servizio aliscafi con piano a 4).
e. Le garanzie sulla quantità e sulla qualità del naviglio da impiegare (non è immaginabile utilizzare la Martini in luogo della Novelli e la Veronesi al posto della Laurana).
f. Dimostrazione concreta circa la volontà della Regione Siciliana ad entrare in partecipazione con la nuova Siremar.
g. Convocazione immediata del tavolo tecnico - che il Ministro aveva promesso di convocare per i primi giorni di febbraio - nell’ambito del quale esaminare e ottenere le dovute garanzie sui collegamenti marittimi post 2009.
Riteniamo, infine, che sia necessario mantenere alto il livello della protesta fintantoché non saranno ottenute garanzie reali sugli obiettivi sopra elencati. Questa risulta fondamentale e necessaria a stimolare e a supportare quei percorsi politici ed istituzionali che ad oggi si sono rivelati insoddisfacenti.
È, infine, imprescindibile che le modalità e i tempi della protesta vengano proposti e condivisi con la cittadinanza.
IL COMITATO PER LA DIFESA DEI COLLEGAMENTI MARITTIMI DELLE ISOLE EOLIE