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sabato 29 agosto 2009

Panarea e il museo "sbarrato" sbarrato". Dalla Gazzetta del sud di oggi

Problemi registrati anche al "Bernabò Brea" di Lipari
A Panarea protestano i turisti per la chiusura del museo
Salvatore Sarpi
Panarea
"Sbarrato" tra il disappunto dei turisti e la rabbia dei residenti che vedono non valorizzato il notevole patrimonio archeologico contenuto al suo interno.
La struttura panarellese, sezione distaccata del museo "Luigi Bernabò Brea" di Lipari, praticamente quest'anno non ha mai aperto i battenti. Alla base della mancata apertura vi sarebbe, oltre alla mancanza di personale (ricordiamo che in giro vi sono gli ex Pumex per i quali era stato prospettato un inserimento nell'ambito dei Beni culturali), anche una questione organizzativa e direttiva. Andato in pensione il dottor Riccardo Gullo, che aveva ricoperto negli ultimi tempi il ruolo di direttore del museo eoliano, non è stato ancora nominato il suo sostitituto e, quindi, nessuno è nelle condizioni di impartire delle direttive. Il museo eoliano, per la cronaca, è senza direttore da gennaio e non mancano le difficoltà. Nella sede centrale gli impiegati sono costretti a fare i salti mortali per andare avanti anche nella gestione quotidiana degli uffici amministrativi.
Per tornare a Panarea vi è da evidenziare, inoltre, che le piogge dell'inverno scorso e la prolungata chiusura della struttura museale, ospitata in due locali appartenenti alla Chiesa di San Pietro, stanno creando problemi per l'integrità dello stabile. Dall'esterno, e a maggior ragione quindi dall'interno, si notano i segni dell'infiltrazione delle acque meteoriche. Il Museo di Panarea è stato inaugurato nell'estate del 2006, continuando lo sviluppo dei musei d'isola iniziato nel 2003 con il Museo di Filicudi, e si articola in due sale contigue. La sala prima ha carattere introduttivo e propone, con un apparato didattico-illustrativo, l'aspetto geologico, vulcanologico e naturalistico dell'isola, nonchè la cronologia storica. Sono esposti alcuni reperti archeologici, inquadrabili tra il Neolitico Superiore (seconda metà IV millennio a.C.) e la Media Età del Bronzo (fine XV-inizi XIII Sec. a.C.), provenienti dalla Calcara, da Piano Quartara e dal villaggio di Capo Milazzese. L'esposizione è arricchita da un plastico che riproduce i pozzetti, riferibili alla Prima Età del Bronzo (Cultura di Capo Graziano, XVIII-XV sec. a.C.), rinvenuti nella zona della Calcara. Nella sala IIsono esposti materiali di Età Greca e Romana, costituiti da frammenti di ceramica a vernice nera ed in "terra sigillata africana" provenienti dalla zona della Calcara e da oggetti di corredo funerario provenienti dalla necropoli di Drautto. Interessante la presenza di due cippi funerari iscritti, di cui uno rinvenuto a Basiluzzo, datati tra il V ed il IV sec. a.C. Particolarmente significative sono le testimonianze dei rinvenimenti subacquei a cui si riferiscono:le anfore di tipo greco-italico della seconda metà IV-inizi III sec. a.C., provenienti da un sequestro; il vasellame a vernice nera dal Relitto di Dattilo del IV sec. a.C.; le anfore, provenienti dal relitto Alberti, della seconda metà del I sec. d.C., nonché un ceppo d'àncora e tre anfore sporadiche