(Michele Giacomantonio) Ritengo importante insistere su ciò che nel nostro comune è “tollerato” e ciò che è consentito, in particolare per quanto riguarda l’occupazione del suolo pubblico. Sono del parere – e sollecito i Consiglieri Comunali a prendersene carico - che si faccia un regolamento per definire quali sono le attività e i prodotti che possono occupare il suolo pubblico – marciapiede e strade – nelle vie centrali ed in particolare : corso Vittorio Emanuele, Via Maurolico, via Garibaldi, Marina corta per quanto riguarda Lipari e la via della Marina Garibaldi per quanto riguarda Canneto perché questi – oltre al fatto che possono creare veramente problemi sul movimento delle persone ( specie handicappati, carrozzelle di bambini) e dei mezzi di emergenza – incidono fortemente sulla nostra immagine e quindi sul giudizio dei turisti e dei visitatori. Non ho pregiudizi di partenza su questo problema, mi sembra però che bisogni evitare l’impressione del disordine e della sciatteria e che ogni abusivismo sia ben accetto nel “paese della trasgressione come sistema “.
Il regolamento è importante perché abolisce il “tollerato” e definisce il “consentito”. Abolendo il “tollerato” toglie molta discrezionalità nell’operato di chi ci amministra e di chi ci deve tutelare e rende più trasparenti i comportamenti. Togliendo la discrezionalità si toglie non solo la possibilità di fare favori e si riafferma lo spazio dei diritti che è il confine che distingue i cittadini dai sudditi, ma si toglie spazio a tutti quei comportamenti degli amministratori che finiscono con discriminare i cittadini in “amici” e “gente comune”.
Quand’ero sindaco, una critica - spero bonaria – che mi rivolgevano gli amici più vicini era quella che fosse più facile che io favorissi un avversario piuttosto che un sostenitore. Non era vero, ma era una critica di cui andavo in qualche modo orgoglioso perché voleva dire che cercavo di essere giusto con tutti evitando favoritismi e clientele. Sono sempre stato convinto – ed il libro di Pietro Grasso che abbiamo recentemente presentato al Centro Studi me ne ha dato conferma – che il clientelismo e la mancanza di trasparenza indeboliscono il tessuto morale di una comunità e la rendono permeabile alla mafia.
Potrà dispiacere, potrà sembrare inopportuno, ma io di questo sono profondamente convinto e ho vissuto questi anni – soprattutto quelli dell’”emergenza” dove ha imperversato un commissario con poteri straordinari – con grande preoccupazione perché mi sembrava di vedere a vista d’occhio il tessuto etico della nostra comunità, sfibrarsi.
Certo non ci sono solo le responsabilità degli amministratori. Ci sono anche quelli di una società civile che è andata indebolirsi di strutture portanti: a cominciare dalla presenza di famiglie sane, capaci di educare i figli, di trasmettere loro valori e di guidarli nei comportamenti. Lasciamo stare l’estate dove è spesso difficile distinguere i nostri ragazzi da quelli che vengono da fuori, ma rimango sorpreso nei mesi invernali quando uscendo di casa scorgo nei vicoli adiacenti al viale vescovile (dove ci sono delle scuole superiori), gruppi di ragazzi seduti sui gradini che bevono, alle otto del mattino, bottiglie di birra; oppure dopo la mezzanotte avanzata sentire sotto le finestre fino alle tre o alle quattro di mattino voci di ragazzetti e ragazzette di 14/15 massimo 16 anni che schiamazzono, ridono, scherzano, bevono… e speriamo che si fermino lì. Mi chiedo? Ma non hanno dei genitori questi ragazzi? E questi genitori non si preoccupano se rientrano alle prime ore dell’alba?
Questo non vuol dire che a Lipari non ci siano famiglie sane, giovani di forti principi e di grandi capacità, ecc. ecc. vuol dire che però la nostra società è malata e cova dentro cellule e tessuti che possono finire col compromettere tutto l’organismo.
Per questo c’è bisogno di figure adulte che testimonino la possibilità e l’importanza dei grandi valori personali e sociali. Per questo i nostri amministratori devono rappresentare un esempio positivo per i giovani. Per questo la loro opera deve essere ispirata a trasparenza, a imparzialità, alla solidarietà sociale verso tutti e non solo verso gli amici. Per questo sconfortano gli atteggiamenti arroganti, presuntuosi, e, soprattutto, “la trasgressione divenuta sistema”, il patto scellerato per cui io ti voto perché so che sei uno che tollera la trasgressione perché trasgredisci anche tu.
Ci si può compiacere che Lipari rimanga ancora lontana dai fenomeni violenti e mafiosi che travagliano diverse cittadine della costa tirrenica a noi prospicienti. Ma non è bene minimizzare le manifestazioni di microcriminalità che vanno crescendo anche nelle nostre isole.