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sabato 29 agosto 2009

"In risposta all'assessore Giannò". Ci scrive Michele Giacomantonio


Riceviamo dal dott. Michele Giacomantonio e pubblichiamo:
Scrive l’assessore Corrado Giannò in una lunga lettera: “Dott. Giacomantonio se Lei non ha nulla da temere perche non consegna la cassetta del Tg di alcune sere orsono agli uomini della Polizia Municipale?... Questi sono modi di fare cattivi, questa è arroganza, questo e un disegno per delegittimare chi, in forza della democrazia, lavora per questo paese”.
Non ho voglia di fare polemiche e quindi tralascio altre piacevolezze. Mi sembra giusto però chiarire – se serve – alcune cose. Io non posso consegnare alcuna cassetta ( o piuttosto DVD visto che le cassette sono cose del passato) del Tg Teleisole, perché non mi è mai stata richiesta. La richiesta è stata fatta, non a me, ma all’emittente televisiva Teleisole, non in modo civile e corretto ma tramite quello che a tutti gli effetti è un abuso di potere. Per cui, non io, ma l’Amministratore Unico dell’EDE srl, la società editrice di Teleisole, ha negato la consegna perché la richiesta non rivestiva “i caratteri della legittimità”.
Che cosa era successo? E’ bene parlarne puntualmente perché la gente possa capire da che parte stanno i “modi di fare cattivi, l’ arroganza, i disegni per delegittimare chi lavora per questo paese”( che non sono solo gli amministratori locali)..
Il 19 agosto al Centro Studi c’è il famoso dibattito sul libro di Pietro Grasso.Un mese mi era stato chiesto di fare la presentazione del libro ed avevo accettato. Ho letto puntualmente ed attentamente la lunga intervista di La Volpe a Grasso ed ho cercato di coglierne la sostanza centrale: e questa è – così mi sembra - che la mafia nasce innanzitutto dall’interno delle comunità e spesso i germi dell’infezione sono alimentati da comportamenti della pubblica amministrazione locale : mancanza di trasparenza negli appalti e nei concorsi, clientelismo. E partendo da questo mi sono chiesto, non se a Lipari esistesse la mafia, ma se a Lipari ci sono rischi possibili. Poi il commento al libro è divenuto l’editoriale di Teleisole andato in onda in contemporanea ( ore 19.30) con la presentazione al Centro studi. E come, sempre faccio, la sera stessa tarda o il mattino dopo ne ho inviato il testo ai “blog” locali che hanno avuto la cortesia di pubblicarlo.
Intanto al Centro Studi cominciava la presentazione che si è aperta con un lungo ( molto più lungo della mia presentazione) intervento del Sindaco che tendeva ad escludere a Lipari ogni pericolo di mafia. Il mio intervento è venuto di conseguenza.
L’indomani 20 agosto, intorno alle 17.30, mentre mi appresto a registrare il mio editoriale si presentano a Teleisole due vigili urbani con una notifica firmata dal Comandante, Dott. Domenico Russo, che afferma “ per urgenti indagini di Polizia Giudiziaria in ordine ai reati procedibili d’ufficio, si chiede copia della ripresa effettuata da codesta emittente nel pomeriggio del 19/0(/ 2009 durante la presentazione del libro titolato “Per non morire di mafia” presso il giardino del Centro Studi” . Anche se non ho studiato diritto penale e procedura penale e non sono avvocato sento subito odore di abuso d’ufficio. Comunque la notifica non è rivolta a me e per giunta Teleisole non ha fatto alcuna ripresa al Centro Studi. Firmo la notifica e saluto i vigili.
L’indomani mattina 21 agosto, verso le 10, mi telefonano da Teleisole: che ci sono altri due vigili con un’altra notifica. Questa volta mi arrabbio perché ora la vicenda acquista i tratti non solo dell’abuso d’ufficio, dell’intimidazione ma anche della persecuzione. Vado a Teleisole e ricevo la seconda notifica. La formula è sempre la stessa ma questa volta “ad integrazione della nota precedente.. si chiede copia della registrazione dell’edizione del telegiornale mandato in onda da codesta emittente in data 19/08/2009”. La notifica è sempre rivolta a Teleisole per cui firmo la recezione e rimaniamo d’accordo che i vigili sarebbero tornati nel pomeriggio. Nel pomeriggio i vigili ricevono una nota firmata dall’Amministratore unico che denuncia l’illegittimità del provvedimento perché esso “non precisa per quali reati codesto comando intenda procedere d’ufficio con i propri poteri di Polizia Giudiziaria. Inoltre dovrebbe specificare le ragioni d’urgenza che, a norma dell’art. 321 del c.p.p. le consentono di agire senza l’autorizzazione preventiva del giudice”. Fossi stato io a rispondere avrei mandato la nota per conoscenza alla Procura della Repubblica ritenendo il fatto penalmente rilevante.
Sono stato Sindaco sette anni, ho avuto molte tensioni con le televisioni locali, prima con Teleisole e poi con Videolie e Teleisole insieme. E mai mi sono sognato di mandare i vigili a prelevare i cassette sotto le spoglie della polizia giudiziaria. Chiedevo le cassette per cortesia giustificando la richiesta “ per ragioni di giustizia” e la cassetta mi veniva data. Come credo che sarebbe successo anche questa volta se il Sindaco l’avesse chiesto per cortesia. Voglio aggiungere ancora una cosa: mai Stefanino Mazza, allora comandante della Polizia Municipale, si sarebbe prestato ad un atto di questo tipo.
Certo se questi fatti fossero successi prima dell’incontro con Grasso avrei potuto aggiungere agli esempi di mancanza di trasparenza, di clientelismo anche questo macroscopico abuso di potere perpetrato dal Comandante della Polizia Municipale ma preteso dal Sindaco che, si vocifera, l’abbia convocato all’aliscafo il 20 mattino alle 6 e 30. Sono questi germi che rischiamo di fare generare la nostra società inquinandola con comportamenti mafiosi. Sono i famosi “meccanismi perversi” di cui parlava Giovanni Paolo II nella Sollecitudo rei socialis che creano poi quelle strutture di peccato che “si radicano nel peccato personale e, quindi, son sempre collegate ad atti concreti delle persone, che le introducono, le consolidano e le rendono difficili da rimuovere” così” si rafforzano, si diffondono e diventano sorgente di altri peccati, condizionando la condotta degli uomini”(n. 35).
La mancanza di trasparenza, il clientelismo, l’abuso di potere sono “meccanismi perversi”, la mafia è una “struttura di peccato”.
Grazie dell’attenzione
Michele Giacomantonio