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sabato 7 novembre 2009

FILCTEM-CGIL: “L'ACQUA È PUBBLICA, MA VA GESTITA CON CRITERI EFFICIENTI”

Riceviamo da Lucio Raffaele e pubblichiamo:
Caro Direttore,
invio una comunicazione che mi è stata inviata dal Segretario Provinciale della CGIL, in seguito all'approvazione del Senato a favore della privatizzazione dell'acqua che, a parere della neonata federazione della Cgil, la FILCTEM, deve subire alla Camera profondi cambiamenti.
Nota stampa
FILCTEM-CGIL: “L'ACQUA È PUBBLICA, MA VA GESTITA CON CRITERI EFFICIENTI”. Alberto Morselli: “Sull'acqua, una privatizzazione sbagliata: la Camera deve cambiare il provvedimento”. . Nel decreto sui servizi pubblici locali, un blitz inaccettabile sul gas
“L'acqua è pubblica e costituisce una risorsa da salvaguardare. La garanzia per la gestione di un bene primario – oltre ad una migliore efficienza industriale - è data innanzitutto dalla proprietà pubblica di reti e impianti del servizio idrico che, proprio perché appartengono al demanio, sono inalienabili”: a ribadirlo è Alberto Morselli, segretario generale Filctem-Cgil, dopo l'approvazione al Senato del decreto sui servizi pubblici locali.
“Le modifiche introdotte nel decreto – è caustico Morselli - sono finalizzate alla mera privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato, cancellando di fatto le esperienze positive realizzate in questi anni nella gestione pubblica con il modello in house”.
In questo contesto appare ancor più grave la decisione di non prevedere nel provvedimento l'istituzione di una Autorità di controllo indipendente sulle risorse e sul servizio idrico integrato, necessaria per la definizione dei livelli minimi di investimento, qualità del servizio, controllo della gestione e per la determinazione delle tariffe a garanzia soprattutto delle fasce sociali più deboli.
Giova ricordare che, finora, anche le grandi aziende multiservizi, con prevalenza di capitale pubblico, hanno realizzato importanti condizioni di sviluppo industriale, di efficienza, e di continuità negli investimenti: numerose s.p.a. miste di grandi città, quotate in Borsa – le multiutility di Roma, Genova, Bologna, Torino, Milano – hanno rappresentato e rappresentano interessanti esperienze gestionali di sistemi idrici integrati, vantando importanti risultati sulla quantità e qualità del servizio erogato.
“Pertanto – insiste Morselli - nella gestione del servizio idrico, anche quando sono Enti di settore pubblico, la dimensione industriale delle imprese resta l'elemento qualificante per realizzare gli investimenti e gestire con efficienza il ciclo integrato ed erogare un servizio di qualità ai cittadini. “Deve essere però lasciata alle amministrazioni pubbliche locali - aggiunge Morselli - la scelta del modello gestionale più confacente alle proprie necessità”.
L'altro problema di non poco conto è quello delle tariffe per le quali le famiglie italiane – negli ultimi 10-12 anni – hanno speso molto di più.
Su questo scottante problema la Filctem-Cgil avanza alcune proposte che potrebbero essere utili per cambiare il provvedimento alla Camera dei deputati:
1)contenere gradualmente la crescita delle tariffe idriche mediante l'utilizzo di strumenti finanziari che consentano di “spalmare” i costi degli investimenti su un periodo più lungo degli attuali 15 anni, tenendo conto dei 30 anni di durata della gestione;
2)ricorrere ai fondi pubblici statali e comunitari per risanare il servizio con investimenti straordinari, anche se resta necessario mantenere una tariffa che copra i costi di gestione al lordo della manutenzione ordinaria;
3)rafforzare la progressività della tariffa in base all'uso e alla quantità (domestico, industriale,agricolo, commerciale) per scoraggiare sprechi;
4)proteggere i consumi essenziali garantendo quote minime di acqua a prezzi contenuti per le famiglie più disagiate: le fasce sociali più deboli andrebbero individuate con apposito provvedimento governativo.
Infine è necessario salvaguardare i livelli occupazionali e i diritti acquisiti dei lavoratori attraverso la stipula con il sindacato di accordi locali, nell'ambito di un'intesa-quadro nazionale finalizzata a questo obiettivo.
La Filctem-Cgil pensa ad apposite “clausole sociali” di salvaguardia dei lavoratori interessati dalle trasformazioni societarie, che “duole dirlo - conclude Morselli – non sono ancora previste nel provvedimento”.
Un blitz poi nel settore del gas: nel testo licenziato al Senato, la scadenza per la definizione di ambiti omogenei, di bandi di gara tipo per il rinnovo delle concessioni del gas viene addirittura posticipata (31 dicembre 2012, n.d.r.) a dopo la scadenza delle concessioni (31 dicembre 2011, n.d.r.) aprendo di fatto una fase di indeterminatezza che rischia il caos.
Indipendentemente dall'iter parlamentare, “chiediamo al ministero dello Sviluppo Economico – propone Morselli – di operare tempestivamente sulle norme che definiscono gli ambiti di gara, il bando di gara-tipo e la clausola sociale, così come era già previsto dall'art. 46bis del d.d.l. 772/2006”.