(marianna barone) È stato un confronto molto sentito e serrato tenutosi ieri nella chiesa di S. Maria Alemanna, dove, su iniziativa dell'Ance, si è discusso del disegno di legge n. 476 del 14 ottobre scorso "Norme per la sicurezza delle persone e cose sul territorio siciliano", primo firmatario l'on. Giovanni Ardizzone.
«Il disegno – ha spiegato Ardizzone – ha un fondamento etico e uno giuridico. Ha ottenuto una procedura d'urgenza ed il suo iter va avanti. Sono stati presentati alcuni emendamenti, in qualche caso anche abrogativi. Ma dev'essere chiaro che non c'è nessuna intenzione di bloccare l'edilizia, né di criminalizzare qualcuno. Anche perché sul banco degli imputati salirebbe pure la politica, che non ha posto in essere tutte le condizioni necessarie per la salvaguardia del territorio. Un po' di mea culpa, però, dovremmo farla tutti». Poi, il deputato regionale si è soffermato in modo particolare sull'art. 2 del disegno che, al comma 1, prevede che «i comuni non possono rilasciare concessioni edilizie fino all'approvazione da parte della Regione dei relativi Piani di assetto idrogeologico e paesaggistici». Che sembrerebbe essere un po' il "pomo della discordia". «Messina non ha il Piano paesaggistico – ha proseguito il deputato regionale – il che è gravissimo. Tante costruzioni non sarebbero esistite perché i vincoli non lo avrebbero permesso. Approvato il Piano paesaggistico, si ricomincerà a rilasciare le concessioni dove è giusto che vengano concesse". "Tutti siamo rimasti scioccati dall'alluvione – afferma il presidente dell'Ance, Carlo Borella – e questo è senza dubbio il momento di nuove regole. Noi non intendiamo appoggiare questo testo, ma sicuramente vogliamo appoggiare questa azione. È necessario, però, anzitutto che siano chiari i tempi per l'approvazione del Piano paesaggistico». «Non ci stiamo a fare da capro espiatorio alla politica e alla burocrazia – afferma il presidente di Confindustria, Ivo Blandina – non siamo una lobby di palazzinari». E sul tema "concessioni sì" o "concessioni no" è continuato il dibattito. «Noi non daremo appoggio a questo disegno di legge – esordisce il presidente dell'Ordine degli ingegneri, Santi Trovato – ma chiederemo una sua rivisitazione e, in tal senso, solleciteremo l'interessamento della Consulta regionale». Successivamente, il presidente dell'Ordine degli architetti, Gaetano Montalto, ha dato lettura di un documento, scritto assieme all'Ordine Ingegneri, che detta alcune linee guida legate alle esigenze del territorio a cui dovrebbe ispirarsi il disegno. Intervenuti il geologo Biagio Privitera, gli architetti Franco Cardile e Giuseppe Falzea, gli ingegneri Franco Cavallaro e Roberto D'Andrea, Angelo Libetti, il sindacalista Giuseppe De Vardo, l'avv. Nunzio Astone, il consigliere Paolo Saglimbeni.
E ieri al Senato un parallelo disegno di legge è stato presentato dal senatore messinese Gianpiero D'Alia. La proposta di «Modifica all'articolo 67 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di rilascio di concessioni edilizie ai fini di tutela e salvaguardia del territorio" prevede all'art. 1: «All'art. 67 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo il comma 6 aggiungere il seguente 6-bis: «Nelle more dell'adozione e approvazione dei Piani di assetto idrogeologico e dei Piani paesaggistici da parte delle Regioni, i Comuni non possono rilasciare concessione edilizie. Sono altresì sospese le concessioni edilizie di opere e manufatti privati che insistono in aree individuate dai comuni come aree a pericolosità elevata (P3) e molto elevata (P4) e quelle a rischio elevato (R3) e molto elevato (R4) anche prima dell'aggiornamento dei relativi Piani d'assetto idrogeologico da parte delle Regioni».