Lo strappo nel Pdl rimescola gli equilibri all'Assemblea regionale e apre un nuova fase politica con non poche incognite dentro la maggioranza e nel rapporto con le forze di opposizione, l'Udc e il Pd che verrà fuori dall'elezione del nuovo segretario.
Intanto oggi si procederà alla costituzione del Gruppo, nonostante i tentativi di frenata dell'ultima ora da parte dei coordinatori nazionali che hanno invitato i promotori del Pdl Sicilia a soprassedere in vista di una riunione a Roma, la prossima settimana, in cui risolvere le controversie sorte in Sicilia. Alle 11 a palazzo dei Normanni Gianfranco Micciché, Dore Misuraca e i "finiani" dell'ex componente An presenteranno un documento cui farà seguito nel pomeriggio l'ufficializzazione all'Ars del Gruppo Pdl-Sicilia con quindici deputati.
Si chiamerà Pdl-Sicilia ? L'interrogativo rimane senza risposta anche dopo la riunione notturna di ieri sera di tutti i "ribelli" che nella segreteria di un parlamentare ex-An a Palermo hanno dibattuto a lungo.
Nelle more, il co-coordinatore regionale Giuseppe Castiglione si è affrettato a diffidare dall'uso del nome o di acronimi simili: «chi si ritaglia questa autonomia esce fuori da partito quindi non può utilizzarne neppure il simbolo».
Ma i "ribelli" sottolineano che tutto avviene dentro il Pdl, nessuno è in uscita: si tratta solo di un distinguo dall'attuale segreteria regionale e dalla linea apolitica che porta avanti.
Si vedrà ! Non è facile raccapezzarsi neppure tra gli stessi deputati di questo mega partito, ingessato da lotte interne e che, forse, solo ora procederà all' elezione dei responsabili provinciali e a darsi un assetto organizzativo che non spenga il dibattito, lo incentivi facendo sfumare al proprio interno le contrapposizioni inevitabili date le varie componenti che lo animano.
Alle 11 stamattina la conferenza stampa, poi nel pomeriggio appuntamento a Sala d'Ercole.
Dalle elezioni di un anno fa, il quadro politico è profondamente mutato ed è ancora in fase di evoluzione. L'Udc è stato messo fuori dalla prima giunta ed ora è all'opposizione, mentre il Pdl, primo gruppo con 32 deputati, si dividerà in due gruppi: quello dei 17 "lealisti" che fanno riferimento ai coordinatori siciliani Giuseppe Castiglione e Domenico Nania e quello formato dai deputati dell'asse Miccichè-Misuraca- Finiani forte di 15 parlamentari.
Il governo Lombardo potrà contare sicuramente sul sostegno all'Ars dei 15 deputati del Mpa e dei 15 "ribelli" del Pdl ma non in maniera scontata sui "lealisti", che comunque esprimono due assessori in giunta.
Il Pd, che un anno fa era l'unico gruppo d'opposizione, diventa ora il primo per consistenza numerica con i suoi 29 deputati ma anche qui le contraddizioni all'interno non sono poche e il partito è alle prese con l'elezione del nuovo segretario, in pectore Giuseppe Lupo (mozione Franceschini) più quotato rispetto allo sfidante alle primarie Beppe Lumia (autonomo).
Miccichè, anima dell'operazione Pdl-Sicilia commenta: «Rimango fedele e leale a Silvio Berlusconi e non potrebbe essere altrimenti. Ma, come sempre, proprio in nome di questa autentica lealtà, mi assumo la responsabilità di non vestire nei suoi confronti i panni dello "yesman" e di lavorare, anche immaginando percorsi diversi, però mai alternativi, affinchè il suo sogno, di un centrodestra forte e invincibile, possa continuare e non si sgretoli sotto i colpi dell'approssimazione e della miopia politica. Questo è il nostro Aventino. Il Pdl-Sicilia nasce per questo: per dire no al duo Castiglione-Nania (coordinatori Pdl in Sicilia) e alla loro gestione assolutamente fallimentare. Altro che ribelli e lealisti. Il nostro è un atto di pura lealtà».
Il sottosegretario ricorda che «c'erano dissidi, contrasti, diversità di vedute e faide anche dentro Forza Italia, ma mai il partito si è mostrato disunito nei momenti importanti, mai s'è spaccato dinanzi alle scelte cruciali per il presente e per il futuro dell'isola; una funzione che il Pdl siciliano ha inesorabilmente smarrito».
I tre coordinatori nazionali (Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini) dopo mesi di approccio superficiale corrono adesso ai ripari: riunione a Roma con gli esponenti politici che intendono dar vita a questa iniziativa per trovare una soluzione che risolva ogni controversia».
Miccichè e i suoi però non mollano e ieri sera hanno deciso di andare avanti: «Non è l'etichetta che conta e non è un problema di acronimi – dicono il deputato Dore Misuraca e l'ex segretario siciliano di An Pippo Scalia – ma i contenuti e l'insoddisfazione verso questa classe dirigente».
Miccichè aggiunge: «è il passo decisivo verso la schiarita definitiva all'interno del partito siciliano, che oggi, più che un partito, è una torre di babele, dove leader e leaderotti parlano, ognuno, un linguaggio politico differente, dove regna l'incoerenza».
Aggiunge il deputato Carmelo Briguglio: «Il nuovo gruppo nasce come giusta reazione all'anomalia siciliana del Pdl».