avverto il bisogno, in occasione delle festività pasquali, di esprimervi la mia affettuosa vicinanza e la paterna solidarietà, raggiungendovi con queste semplici, ma intense e sentite parole. Abbiamo conosciuto nel corso degli ultimi mesi, in città e provincia, ma anche a livello regionale, nazionale e mondiale, eventi tragici e luttuosi, che tanto dolore e sconforto hanno provocato in persone, famiglie e comunità. Come dimenticare l'alluvione del 1° ottobre che ha colpito diversi centri a noi familiari, le frane e i cedimenti di questo inizio d'anno sociale, i disastrosi terremoti di Haiti e del Cile?
Abbiamo molto sofferto ascoltando il grido di dolore, a volte di disperazione, di numerose persone per la perdita della casa, del lavoro (gli operai della Pumex di Lipari, 38 famiglie da tre lunghi anni in balia a promesse, incertezze, inspiegabili ed umanamente incomprensibili motivazioni), il venir meno di utili e necessari servizi sociali e sanitari (l'ospedale Piemonte ed ancora l'ospedale di Lipari, unico centro di assistenza sanitaria ed indispensabile per tutto l'arcipelago eoliano). Rimaniamo turbati e qualche volta indignati per le logiche, le manovre e i giochi di potere che soggiacciono a scelte non sempre dettate dall'interesse per il bene comune e le concrete e reali esigenze dei cittadini. Rimaniamo sconvolti nell'apprendere che gente spudorata "ride e gioisce" per le altrui disgrazie, concepite quali fonte di speculazione, di corruzione e imbrogli vari. Perché solo e sempre i poveri e gli indigenti si ritrovano a dovere pagare l'altissimo prezzo di così tristi e tragiche situazioni? Viene proprio da domandarsi se esiste un argine a quell'insaziabile sete di possesso e di potere che si annida "nel cuore indurito" di molti uomini e che li porta, con naturalezza, a disinteressarsi degli altri, quanto ciò non si esprime in forme sofisticate o meno di oppressione, angherie e vessazioni di ogni ordine e grado?
Mentre apprezziamo lo sforzo di quanti si prodigano per risolvere i tanti problemi ancora insoluti, la solidarietà e l'impegno per lenire i disagi e le immani difficoltà, non sempre facili da affrontare perché non tutto dipende dalla sola personale buona volontà, sento anche, quale guida spirituale di questa nostra amata Arcidiocesi, di rivolgere a tutti indistintamente un accorato appello alla conversione del cuore verso tutto ciò che riguarda il valore della persona umana.
È indispensabile collocare al centro della propria vita e del proprio cuore non i beni materiali, ma il valore e la dignità della persona, di tutte le persone. Ogni persona, infatti, per il fatto di essere tale ha una sua dignità che va accolta, rispettata, tutelata e promossa. Non siamo noi a dare dignità alle persone, poiché questa è insita al loro essere uomo o donna, fanciullo o bambino, ragazzo o giovane, adulto o anziano, sano o ammalato, colto o ignorante, cittadino o immigrato, ricco o povero che sia.
Il riconoscimento del valore inviolabile e universale della dignità della persona umana sostiene la solidarietà e la condivisione, spinge verso la promozione del bene comune, determina il rispetto della vita e l'accoglienza dell'altro, motiva la comprensione dei suoi limiti e la stessa capacità di perdono. Quante sofferenze e mali, in famiglia, nell'ambiente del lavoro, nelle comunità civili e nelle stesse comunità parrocchiali e religiose si potrebbero evitare, quanti problemi risolveremmo se ognuno di noi convertisse il proprio cuore alla persona dell'altro: genitori, figli, educatori, colleghi, clienti, responsabili a tutti i livelli, ecc.
In questi giorni la Chiesa e i suoi ministri, incluso lo stesso Pontefice, subiscono continui attacchi (una vera gogna mediatica che nasconde foschi o oscuri interessi) con l'intento di offuscare la fedeltà del Vangelo di numerosi e generosi presbiteri operanti nel mondo, e ciò ingigantendo o riesumando situazioni ritenute ormai in prescrizione dalla stessa legislazione civile, misconoscendo e tacendo l'incommensurabile impegno materiale e spirituale profuso a beneficio di milioni di persone in ogni angolo della terra. Senza rinunciare alla verità e a chiedere perdono per quelle "situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l'infedeltà e il peccato di alcuni suoi ministri", desideriamo reagire con forza esigendo il dovuto rispetto e assicurando ogni sforzo per garantire una credibile testimonianza alla missione ricevuta.
Siamo fiduciosi e riponiamo la nostra speranza nella Pasqua del Signore, festoso e giocoso annuncio della vittoria di Dio sul peccato, sul male e su tutto ciò che tende a mortificare l'uomo e la sua dignità. La Pasqua di Risurrezione, mistero insondabile della solidarietà di Dio verso gli uomini, porti a tutti il coraggio di lottare per sconfiggere indifferenza, ingiustizia, illegalità ed ogni espressione di cattiveria e di malvagità che riscontriamo dentro di noi e negli ambiti vitali del nostro vissuto quotidiano.
La Pasqua del Signore converta il cuore di tutti all'amore e alla solidarietà. È quanto di vero cuore chiedo al Signore augurandovi una Buona e Santa Pasqua.
CALOGERO LA PIANA
ARCIVESCOVO METROPOLITA
Abbiamo molto sofferto ascoltando il grido di dolore, a volte di disperazione, di numerose persone per la perdita della casa, del lavoro (gli operai della Pumex di Lipari, 38 famiglie da tre lunghi anni in balia a promesse, incertezze, inspiegabili ed umanamente incomprensibili motivazioni), il venir meno di utili e necessari servizi sociali e sanitari (l'ospedale Piemonte ed ancora l'ospedale di Lipari, unico centro di assistenza sanitaria ed indispensabile per tutto l'arcipelago eoliano). Rimaniamo turbati e qualche volta indignati per le logiche, le manovre e i giochi di potere che soggiacciono a scelte non sempre dettate dall'interesse per il bene comune e le concrete e reali esigenze dei cittadini. Rimaniamo sconvolti nell'apprendere che gente spudorata "ride e gioisce" per le altrui disgrazie, concepite quali fonte di speculazione, di corruzione e imbrogli vari. Perché solo e sempre i poveri e gli indigenti si ritrovano a dovere pagare l'altissimo prezzo di così tristi e tragiche situazioni? Viene proprio da domandarsi se esiste un argine a quell'insaziabile sete di possesso e di potere che si annida "nel cuore indurito" di molti uomini e che li porta, con naturalezza, a disinteressarsi degli altri, quanto ciò non si esprime in forme sofisticate o meno di oppressione, angherie e vessazioni di ogni ordine e grado?
Mentre apprezziamo lo sforzo di quanti si prodigano per risolvere i tanti problemi ancora insoluti, la solidarietà e l'impegno per lenire i disagi e le immani difficoltà, non sempre facili da affrontare perché non tutto dipende dalla sola personale buona volontà, sento anche, quale guida spirituale di questa nostra amata Arcidiocesi, di rivolgere a tutti indistintamente un accorato appello alla conversione del cuore verso tutto ciò che riguarda il valore della persona umana.
È indispensabile collocare al centro della propria vita e del proprio cuore non i beni materiali, ma il valore e la dignità della persona, di tutte le persone. Ogni persona, infatti, per il fatto di essere tale ha una sua dignità che va accolta, rispettata, tutelata e promossa. Non siamo noi a dare dignità alle persone, poiché questa è insita al loro essere uomo o donna, fanciullo o bambino, ragazzo o giovane, adulto o anziano, sano o ammalato, colto o ignorante, cittadino o immigrato, ricco o povero che sia.
Il riconoscimento del valore inviolabile e universale della dignità della persona umana sostiene la solidarietà e la condivisione, spinge verso la promozione del bene comune, determina il rispetto della vita e l'accoglienza dell'altro, motiva la comprensione dei suoi limiti e la stessa capacità di perdono. Quante sofferenze e mali, in famiglia, nell'ambiente del lavoro, nelle comunità civili e nelle stesse comunità parrocchiali e religiose si potrebbero evitare, quanti problemi risolveremmo se ognuno di noi convertisse il proprio cuore alla persona dell'altro: genitori, figli, educatori, colleghi, clienti, responsabili a tutti i livelli, ecc.
In questi giorni la Chiesa e i suoi ministri, incluso lo stesso Pontefice, subiscono continui attacchi (una vera gogna mediatica che nasconde foschi o oscuri interessi) con l'intento di offuscare la fedeltà del Vangelo di numerosi e generosi presbiteri operanti nel mondo, e ciò ingigantendo o riesumando situazioni ritenute ormai in prescrizione dalla stessa legislazione civile, misconoscendo e tacendo l'incommensurabile impegno materiale e spirituale profuso a beneficio di milioni di persone in ogni angolo della terra. Senza rinunciare alla verità e a chiedere perdono per quelle "situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l'infedeltà e il peccato di alcuni suoi ministri", desideriamo reagire con forza esigendo il dovuto rispetto e assicurando ogni sforzo per garantire una credibile testimonianza alla missione ricevuta.
Siamo fiduciosi e riponiamo la nostra speranza nella Pasqua del Signore, festoso e giocoso annuncio della vittoria di Dio sul peccato, sul male e su tutto ciò che tende a mortificare l'uomo e la sua dignità. La Pasqua di Risurrezione, mistero insondabile della solidarietà di Dio verso gli uomini, porti a tutti il coraggio di lottare per sconfiggere indifferenza, ingiustizia, illegalità ed ogni espressione di cattiveria e di malvagità che riscontriamo dentro di noi e negli ambiti vitali del nostro vissuto quotidiano.
La Pasqua del Signore converta il cuore di tutti all'amore e alla solidarietà. È quanto di vero cuore chiedo al Signore augurandovi una Buona e Santa Pasqua.
CALOGERO LA PIANA
ARCIVESCOVO METROPOLITA