(Aldo Natoli) Debbo richiamare un detto della sapienza antica: “quannu piecura ti fài, u lupu ti mancia”.
Le vere battaglie per la sopravvivenza delle isole nel passato sono state vinte perché dalle parole si è passati ai fatti. Mi riferisco ad avvenimenti recenti, come l’arrivo dei mafiosi a Filicudi e lo spostamento delle m/n “Piero della Francesca”. Ma anche in passato i nostri padri hanno fatto la loro parte: la rivolta per i confinati al Castello, per le terre bianche, etc.
Purtroppo “il valore aggiunto” del quale le Eolie hanno sempre goduto è scemato dinanzi ad una classe dirigente più litigiosa che efficiente. A ciò deve aggiungersi la costante perdita di potere da parte dei parlamentari messinesi sia a Palermo che a Roma. Al problema dei trasporti, del quale si parla e si scrive tanto, ma che ad oggi non riporta alcun risultato concreto, anzi siamo costretti a desiderare la “Basilizzo” e la “Vulcanello”, si è aggiunto quello dell’Ospedale di Lipari. Anche in questo caso le prese di posizione, gli incontri, i comunicati, le dichiarazioni, e quant’altro, si sprecano. Ma all’orizzonte non appare niente di concreto, considerata la precaria situazione della sanità nella nostra Regione che impone dei tagli. Ed allora, a mio modesto parere, bisogna far tesoro del passato per imporre il rispetto di quanto ci è dovuto perché noi siamo cittadini aventi uguali doveri, ma anche uguale diritti, con l’aggravante dell’insularità nella insularità.
Che le Amministrazioni dell’Arcipelago rialzino la testa, se vogliono che anche i cittadini, loro elettori, seguono il loro esempio, ed organizzino un sit-in massiccio (almeno 1000 persone) a Palermo per protestare pacificamente dinanzi alla Presidenza della Regione. E’ l’unico modo per far capire che l’Ospedale di Lipari non deve essere toccato, ma organizzato e migliorato nei servizi essenziali costituzionalmente dovuti ai cittadini.