Sono passati quarant'anni dalla prima rivolta dei cittadini di Filicudi contro la mafia. E nelle Isole Eolie la ricorrenza viene celebrata in questi giorni con mostre ed eventi. "Un avvenimento importantissimo per la nostra storia. E un insegnamento che ancora portiamo con noi. La mafia non e' ancora entrata e mai entrera'", ha detto all'Adnkronos il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, ricordando la protesta degli isolani che nel 1971, all'arrivo dei primi mafiosi in confino, si rifiutarono di prendersi cura degli sgraditi ospiti, lasciando addirittura l'isola. "Il ricordo di quello che hanno fatto i nostri avi e' ancora vivo in noi. Non possiamo dimenticare l'amore per le nostre terre - continua - e oggi come ieri il nostro impegno a non aprire le porte dell'isola alla mafia non viene meno". Ecco perche' il sindaco continua la sua ''azione di supervisione: insediamenti alberghieri sotto controllo, trasparenza nella gestione del Comune e l'abitudine a segnalare alla magistratura e alla polizia tutto quanto accade di strano sulle isole: investimenti e costruzioni - precisa Bruno - vengono da noi analizzati con cura".
"Non vogliamo un turismo incontrollato e di massa, vogliamo rimanere cosi', con i nostri turisti tradizionali. E non vogliamo soprattutto aprire le isole ai casino'". Niente da fare quindi per gli imprenditori che chiedono la costruzione di sale da gioco per attrarre nuovi turisti. "Si mettano il cuore in pace: la costruzione di un casino' non e' possibile anche perche' non e' prevista dal piano regolatore generale". L'isola che chiuse le porte alla mafia apre invece alla bioedilizia. "Molti dei lavori di recupero delle case che gia' ci sono saranno effettuati con materiale biologico o a basso tasso d'inquinamento. Vogliamo -conclude il sindaco di Lipari- che l'isola continui nell'insegnamento dei nostri avi".
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