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mercoledì 27 marzo 2013

“VI DAREMO FUOCO? ERA SOLO UN MODO DI DIRE”

“Vi daremo fuoco”, minaccia il sindacalista. E quando il destinatario della minaccia, il presidente della Regione Rosario Crocetta lo denuncia, spiega che è “un modo di dire”. Scherzando con il fuoco. Ora dovrà convincere i magistrati che le sue intenzioni non erano cattive. E se ci riuscirà, rimarranno le sue parole, nude e crude. Truci ed insopportabili.
“Avranno un secchio di gasolio”, promettono ai cronisti gli amici dell’ex sindaco di Pignataro Maggiore, detenuto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
“Daremo fuoco alle tua chiesa”, annunciano a don Andrea Gallo, sacerdote della Comunità di San Benedetto, che si è fatto troppi amici.
Si è cercato di esorcizzare la terribilità del fuoco, accendendo falò in certi giorni dell’anno, per ballarvi intorno o saltarvi sopra. Si bruciavano gli eretici e i corpi delle anime dannate.
Ma le fiamme hanno ripreso il sopravvento. I kamikaze danno fuoco alle polveri per annientare gli infedeli. I mafiosi bruciano autovetture e negozi per punire o spaventare la gente. E in guerra si utilizzano i lanciafiamme. Mentre in pace si bruciano le bandiere, il Corano, la Bibbia. E le ambizioni altrui.

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