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giovedì 28 marzo 2013

FINE DEGLI EFFETTI SPECIALI, IL GOVERNATORE VOLTA PAGINA


Domanda: “Non voterete la fiducia a Bersani?”né alla Camera né al senato?”
Risposta: “Corretto, non voteremo la fiducia…”
D: “Votereste la fiducia ad un governo diverso?”
R:  “Un governo con programma 5 Stelle”
D:  “Quindi, trattate per ottenere la fiducia a un governo 5 Stelle”
R:”No, non trattiamo con nessuno”.
E’ la sintesi, con parole nostre, o quasi, dell’incontro fra Pierluigi Bersani e i due capigruppo M5S, Lombardi e Crimi, trasmesso in streaming per volontà del Movimento. Trasparenza, ma anche la volontà di fare conoscire al mondo l’irriducibilità di M5S.
Non è bastato, tuttavia, Beppe Grillo ha messo il sugello, semmai qualcuno avesse qualche dubbio, ipotesi davvero impossibile, con un breve ma intenso editoriale sul suo blog. Parolacce e insolenze per ribadire il concetto: per dirla con il Marchese del Grillo, versione Alberto Sordi: Io so io e voi non siete un cazzo.
Il copione prevedeva che l’incontro con Bersani fosse preceduto da una intenzione espressa dai parlamentari grillini all’unanimità. Così è stata raccontata. Nesuna smagliatura, niente di niente. Avete presente le adunate del parlamento cinese? Qualcosa di simile, a quanto pare. Hanno alzato la mano all’unisono o hanno fatto con il sistema d’aula: chi è d’accordo resta seduto e chi non è d’accordo si alzi 
Non importa. La linea resta il rifiuto della fiducia o della non sfiducia (Senato, abbandono dell’aula).Obiettivo: andare al governo, senza dovere trattare con alcuno. Come e quando? Costringendo le coalizioni, centrodestra e centrosinistra, a governare, o meglio “sgovernare”, per tornare alle urne, in tempi brevi, e chiedere al popolo italiano il plebiscito sul Movimento 5 Stelle, unica alternativa ai partiti italiani.
Lungo questo percorso non possono esserci ostacoli di sorta. Il modello siciliano, per fare un esempio, vissuto come un processo virtuoso di collaborazione, con il placet di Beppe Grillo, è stato asfaltato da Giancarlo Cancelleri. “Il modello siciliano siamo noi”, ha affermato, “se sgarrano, li mandiamo a casa”.  I provvedimenti del governo regionale, esaminati favorevolmente – tra gli altri il documento di programmazione economica e finanziaria, uno degli atti politici di maggior rilievo – sono farina del sacco del M5S? A rigor di logica, sì, ma di fatto non è così.
C’è stata una valutazione concorde. Ogni provvedimento votato favorevolmente da una assemblea è il risultato di un confronto politico e una concorde valutazione.
Il modello siciliano non può avere solo l’imprinting del M5S. Perciò non può sopravvvere all’ostentato isolamento romano richiesto da Grillo e Casaleggio ai loro parlamentari. Il modello siciliano, infatti, a prescindere dalla sua reale rilevanza e affidabilità, contraddice la linea irriducibile e la indebolisce. Per queste ragioni non può sopravvivere.
Venuta meno la sponda M5S, Crocetta deve consolidare la maggioranza politica, rafforzando il governo. Zichichi e Battiato, dunque, al di là delle motivazioni, vanno sacrificati su quest’altare. Il M5S, dunque, finisce con regalare agli odiatissimi partiti altri spazi di gestione della pubblica amministrazione.
Avverrà anche a Roma, naturalmente. Il massimalismo è il migliore amico dei suoi nemici. Un paradosso.

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