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mercoledì 27 marzo 2013

La Messa del Crisma e la Chiesa di Lipari: fine di una antica celebrazione?

Ieri, probabilmente per la prima volta dalla costituzione della Diocesi di Lipari e cioè dal XIII secolo (infatti anche se probabilmente la Chiesa di Lipari risale al III secolo sicuramente nel IX secolo ebbe una interruzione, per via del sacco saraceno, che durò diversi secoli), alla Cattedrale di Lipari non si è celebrata la Messa del Crisma. Era stata annunciata ed inserita nei manifesti, ma improvvisamente il giorno prima è stata disdetta e i fedeli lo hanno appreso da un cartello affisso nella giornata di ieri sulla porta della Cattedrale.
Questa celebrazione è chiamata del crisma perché vi si consacra il crisma per il battesimo, la confermazione e l’ordine sacro e si benedicono gli oli degli infermi e dei catecumeni, ma è anche quella che sottolinea la stretta unione fra il vescovo e la sua chiesa locale, sacerdoti e fedeli. Una celebrazione importante, che è un po’ il simbolo della diocesi, e per questo si celebra nella Cattedrale e si richiede la presenza del vescovo o di un suo incaricato espressamente delegato.
Purtroppo nella serata del lunedì è giunta la notizia che l’arcivescovo mons. Calogero La Piana non era più disponibile. Era venuto a Lipari per la ricorrenza dei 400 anni della confraternita dell’Addolorata e, viste le condizione meteomarine pessime, forse non se la sarà sentita di ripetere la traversata dopo meno di una settimana. Era capitato già un’altra volta qualche decennio fa, al tempo di mons. Cannavò, che il vescovo non era potuto venire e non aveva potuto mandare un suo ausiliare ma quella volta fu delegato a celebrare la messa del crisma mons. Alfredo Adornato, vicario episcopale. Questa volta, questo arcivescovo, si è determinato diversamente.
E’ augurabile che si sia trattato solo di un caso di forza maggiore e che il prossimo anno la tradizione possa riprendere senza problemi. Sarebbe infatti un peccato che Lipari perdesse anche questo privilegio che si era voluto conservare – malgrado non fosse più sede di diocesi e la sua cattedrale fosse divenuta “co-cattedrale” -  per rispetto alla importanza di una diocesi fra le più antiche della Sicilia assieme a quelle di Siracusa, Lilibeo, Palermo, Taormina, Catania e Messina.
Michele Giacomantonio   

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