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venerdì 20 dicembre 2013

REGIONE, È LEGGE IL TAGLIO DELLE INDENNITÀ

Portata al voto dal presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone diventa formalmente legge,il taglio delle indennità parlamentari regionali. L’Ars ha votato il ddl sulla spending review. Il provvedimento, al voto finale dopo la discussione iniziata la scorsa settimana, ha ottenuto 57 voti favorevoli su 58 deputati presenti in Aula e un contrario (Giovanni Greco del Partito dei siciliani). Assenti gli onorevoli del movimento Cinque stelle che hanno lasciato la seduta. “Prendetevi questi trenta denari e sancite il tradimento operato verso i siciliani”, ha detto Francesco Cappello deputato M5S, nel corso delle dichiarazioni di voto sul testo annunciando che il gruppo avrebbe abbandonato l’aULA

Il dibattito in aula ha contrapposto gli interventi dei M5S, a quello degli altri parlamentari, da Firretto, da Cracolici a Formica che hanno espresso pieno compiacimento per il risultato conseguito. Il migliore risultato possibile. Tra equilibri e compromessi, tra cose che si possono fare e cose che si possono annunciare. Questo il senso delle parole di Antonello Cracolici.

Il parlamentare de La Destra Santi Formica, ha ribadito inoltre come i costi della politica altro non siano che “costi della democrazia”. “Vogliamo – ha aggiunto – dei parlamentari liberi ed affrancati dal bisogno”. Formica ha poi citato l’esempio di uno degli assessori del sindaco di Parma, “grillino” che ha lasciato l’incarico perché sottodimensionato in termini di remunerazione.

Polemico in particolare il deputato grillino Cappello che ha usato toni particolarmente violenti (“trenta denari”) con riferimento al tradimento ai siciliani, parlando di una svolta che non c’è stata. E’ toccato poi al capogruppo del Pd Gucciardi che ha definito “un gioco al massacro basato su populismo e demagogia” quello posto in essere in maniera indiscriminata. Gucciardi ha poi auspicato la ripresa di un dialogo sulle cose, nel rispetto del ruolo delle istituzioni e nell’autonomia delle posizioni di chi lo esercita.

Rimane aperto dunque lo scontro tra chi, M5S, definisce di portata ridotta, sminuendola questa riforma, giudicandola parziale e relativa, e chi invece, portandola avanti e votandola, ritiene che si sia trattato di una svolta epocale. “Senza se e senza ma, un atto voluto e dovuto da questo Parlamento”. Così Lino Leanza che ha poi infine concluso: “A chi giova alimentare l’odio?”.

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