Non sarà facile. La finanziaria che arriva sotto l’albero, porta con sé all’Assemblea regionale siciliana un ginepraio di problemi, in parte legati al non semplice raccordo tra esecutivo e Parlamento, ed in parte frutto di compromessi difficilmente negoziabili, dettati dall’esigenza primaria di dovere tirare la cinghia.
Crocetta non tralascia nessuno dei suoi sistemi per metter pressione su direttori e dirigenti, chiamati a fare quadrare i numeri, sulla certificazione della spesa, sono ore febbrili, ma anche sul raggiungimento dei target.
Oggi una rotazione anche parziale è da escludere, ma a partire da gennaio, quando il clima su temi come il rimpasto di governo, la rimodulazione del programma e gli obiettivi di medio periodo, si farà rovente, qualche avvicendamento sarà persino ipotizzabile. Chi continuerà a fare la voce grossa è ancora l’Udc.
Dina nei corridoi dell’Ars mostra un broncio inusuale. Il governo ha fatto arrivare con largo ritardo la legge che adesso, in tempi stretti, metterà tutti alla prova. D’Alia ha in mente una precisa strategia di pressione, e mal digerisce, ancora una volta, lo spazio crescente di interlocuzione riservato, dal governatore a Lino Lenza. Il politico catanese riempie con esperienza lo spazio lasciato dagli altri, ed è riuscito sinora a sviluppare con Crocetta, un’intesa che ha ottimizzato.
Non è una semplice gelosia. È proprio la crescente agibilità che il politico catanese di lungo corso vede ogni giorno aumentare dinanzi a sé, che infastidisce il ministro siciliano. D’Alia domani mattina andrà a Palazzo delle Aquile ad incontrare Leoluca Orlando per fare il punto su Comune ed emergenze locali.
Il congresso nazionale dell’Udc invece slitta a gennaio, data utile per capire anche a che punto il dialogo a distanza con Ncd di Alfano. La sensazione di un avvicinamento che nessuno dei due sceglierebbe, ma che nessuno dei due alla fine potrà evitare, è latente. Le Europee non sono poi così lontane.
Crocetta non tralascia nessuno dei suoi sistemi per metter pressione su direttori e dirigenti, chiamati a fare quadrare i numeri, sulla certificazione della spesa, sono ore febbrili, ma anche sul raggiungimento dei target.
Oggi una rotazione anche parziale è da escludere, ma a partire da gennaio, quando il clima su temi come il rimpasto di governo, la rimodulazione del programma e gli obiettivi di medio periodo, si farà rovente, qualche avvicendamento sarà persino ipotizzabile. Chi continuerà a fare la voce grossa è ancora l’Udc.
Dina nei corridoi dell’Ars mostra un broncio inusuale. Il governo ha fatto arrivare con largo ritardo la legge che adesso, in tempi stretti, metterà tutti alla prova. D’Alia ha in mente una precisa strategia di pressione, e mal digerisce, ancora una volta, lo spazio crescente di interlocuzione riservato, dal governatore a Lino Lenza. Il politico catanese riempie con esperienza lo spazio lasciato dagli altri, ed è riuscito sinora a sviluppare con Crocetta, un’intesa che ha ottimizzato.
Non è una semplice gelosia. È proprio la crescente agibilità che il politico catanese di lungo corso vede ogni giorno aumentare dinanzi a sé, che infastidisce il ministro siciliano. D’Alia domani mattina andrà a Palazzo delle Aquile ad incontrare Leoluca Orlando per fare il punto su Comune ed emergenze locali.
Il congresso nazionale dell’Udc invece slitta a gennaio, data utile per capire anche a che punto il dialogo a distanza con Ncd di Alfano. La sensazione di un avvicinamento che nessuno dei due sceglierebbe, ma che nessuno dei due alla fine potrà evitare, è latente. Le Europee non sono poi così lontane.
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