Operazione Welcome
Isola di Panarea Nessun abuso nella riqualificazione dell'area portuale
Prosciolti il direttore dei lavori, ing. Antonio Codraro,e il titolare dell'impresa di Misterbianco, Calabrese
Leonardo Orlando
Si è sgonfiata in sede dibattimentale la vicenda giudiziaria scaturita dall'inchiesta su "Welcome", il pacchetto di lavori di riqualificazione previsti per l'area portuale di Panarea e ideati per dare il benvenuto a chi sbarca nell'isola dei "Vip". Ieri il Gup del Tribunale di Barcellona Anna Adamo, ha prosciolto il direttore dei lavori, l'ing. Antonio Maria Codraro 59 anni di Lipari e il titolare dell'omonima impresa che ha eseguito i lavori, Silvestro Calabrese 42 anni di Misterbianco, in provincia di Catania, dalle accuse di truffa aggravata in concorso, dal reato previsto dall'art. 735 del c.p. sul deturpamento di bellezze naturali e paesaggistiche. Gli imputati sono stati altresì prosciolti dall'imputazione relativa art. 650 del c.p. per non avere ottemperato all'ordine di bloccare i lavori imposto dalla Soprintendenza. Il tutto, con la formula più ampia "perché il fatto non sussiste". Per una quarta ipotesi di reato, accusa assai minore rispetto alle originarie contestazioni, in cui si contesta ad entrambi gli imputati l'art. 44 lettera C del Dpr 380/ 2001 sugli abusivismi edilizi, lo stesso giudice ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché si proceda con la citazione diretta in giudizio del direttore dei lavori e del titolare della ditta, dinanzi al Giudice monocratico di Lipari.
Soddisfatti per l'epilogo del procedimento giudiziario i difensori di Codraro e Calabrese, gli avv. Emanuele Carnevale di Lipari e Domenico Laudani di Catania. L'indagine "Welcome", approdata da Panarea al tribunale di Barcellona, è stata originata dalle dichiarazioni pubbliche fatte dall'allora deputato di Forza Italia e attuale ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo in vacanza a Pasqua e giugno del 2007 nella sua casa di Panarea. L'on. Prestigiacomo, interrogata come testimone, dal magistrato titolare dell'inchiesta, il sostituto Domenico Musto, aveva dichiarato di aver raccolto già a Pasqua del 2007 le preoccupazioni degli abitanti dell'isola sui materiali impiegati nei lavori e su tempi che avrebbero compromesso l'esito dell'imminente stagione turistica. Inoltre la parlamentare azzurra in un comizio pubblico aveva invitato il sindaco Mariano Bruno, anche lui di FI, a vigilare sull'esecuzione delle opere per preservare la bellezza dell'isola. Durante gli accertamenti investigativi sarebbe stato appurato l'utilizzo improprio della pietra arenaria, estratta dalle cave dei Nebrodi, che di fatto ha poi causato la sospensione dei lavori da parte della Soprintendenza di Messina. Sarebbero state scoperte – secondo l'ipotesi tracciata durante le indagini – l'esistenza di perizie di varianti e, soprattutto, difformità nell'esecuzione dei lavori rispetto al progetto originario, tanto da far ipotizzare la truffa aggravata ai danni del Comune di Lipari e del Genio civile opere marittime che aveva appaltato l'opera il cui importo sfiora i 600 mila euro.
Il pm d'udienza, Olindo Canali, aveva insistito comunque per il rinvio a giudizio, così come aveva ipotizzato il magistrato inquirente Domenico Musto. Alla base delle indagini una perizia redatta dal consulente tecnico d'ufficio nominato dalla Procura di Barcellona, l'ing. Giuseppe D'Andrea.