Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione del consigliere comunale di Santa Marina, Domenico Bartolo Giuffrè
Simpatica e… gustosa avventura vissuta, nella giornata del 12 febbraio da parte di studenti Eoliani che rientravano a Salina da Lipari.
Gli studenti, rimasti bloccati fin dal giorno precedente, si erano imbarcati alle 10.00 sulla motonave Pietro Novelli della Siremar. Nonostante vari tentativi, il mezzo navale non ha potuto attraccare a Salina per vie delle proibitive condizioni meteomarine. Il comandante decideva così di proseguire verso Filicudi e Alicudi e ritentare l’approdo sulla rotta del ritorno verso Milazzo. Intanto i giovani, man mano che la crociera si prolungava, vedevano trasformarsi progressivamente un banale languorino in una sana fame da lupi. Recatisi al bar della nave, constatavano con rammarico che a fronte di prezzi decisamente superiori a quelli di mercato avrebbero potuto acquistare solo pochi pacchi di patatine, del tutto inadeguati sia qualitativamente e quantitativamente a risolvere il problema. Ma la fame aguzza l’ingegno: notato a bordo fra i passeggeri il dr. M.Santisi, Assessore del Comune di Santa Marina, hanno pensato bene di esporgli il problema, ben conoscendo la fattività del personaggio.
Il dr. Santisi ha prima chiesto all’equipaggio di fornire a proprie spese un piatto caldo ai ragazzi utilizzando la cambusa della nave, e offrendosi di ringraziare “concretamente” il cuoco di bordo per il disturbo. Ottenuto un “non possumus”, si è allora rivolto al comandante al quale ha spiegato la situazione di assoluta eccezionalità e ribadendo l’avocazione a sé di ogni spesa, ma ancora senza risultato. Allora ha chiesto pochi minuti di attesa allo scalo di Alicudi durante i quali ha fatto rifornimento del necessario per allestire un semplice ma sostanzioso pic-nic a bordo della nave, pic-nic al quale, naturalmente ha invitato anche l’equipaggio.
Così, approdati infine verso le 16,30 a Salina, al narratore di questo episodio sono venute in mente alcune riflessioni: l’assessore, pur non essendo suo dovere, ha ritenuto di doversi occupare attivamente e “di tasca propria” di quella parte della cittadinanza che si trovava con lui in navigazione; la Siremar, questa Siremar per cui tutti gli Eoliani stanno lottando, pur rispettando le regole, non avrebbe dovuto fare qualcosa di più? L’equipaggio a cui gli Eoliani stanno cercando di mantenere il posto di lavoro, non avrebbe potuto (o forse dovuto) fare un po’ di più? E’ questa la Siremar che gli Eoliani stanno cercando di salvare?