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martedì 24 marzo 2009

AGE: Preoccupati dei fantasmagorici colori che si danno alle case eoliane

A.G.E. ASSOCIAZIONE GEOMETRI DELLE ISOLE EOLIE
Oggetto: "Tutti i colori delle mie isole........"
Siamo molto preoccupati per quanto succede attualmente nel territorio eoliano ed, in particolare, nel centro storico di Lipari e nei borghi delle varie isole minori, ambiti RCS, RNS, REP, etcc..,. ovvero ambiti da proteggere, recuperare, salvaguardare del Piano Territoriale Paesistico, per l’uso di fantasmagorici colori nelle facciate delle case, che provocano il progressivo abbandono dei colori originari ed un’inarrestabile trasformazione dell’ambiente. Assistiamo con rabbia ed impotenza, forse inconsci delle responsabilità che gravano su ognuno di noi, al depauperamento del contesto in cui viviamo, lasciatoci integro dai nostri antenati.
Tutto è affidato agli operatori del settore, non necessitando l’intervento di specifica autorizzazione amministrativa, che, con il proprio estro e gusto, utilizzano tinte estranee all’ambiente eoliano.
Ciò è anche possibile per una carenza normativa. Infatti, il P.T.P. rinvia la scelta dei colori da utilizzare nei prospetti dei fabbricati al R.E.C. annesso al P.R.G., già adottato dal Commissario Regionale, ma quest’ultimo strumento di pianificazione edilizia non affronta minimamente la problematica dei colori.
Tra l’altro, di un incarico per la redazione di un "Piano del colore" all’arch. Lo Cascio, da parte delle passate Amministrazioni, ad oggi non si ha alcuna contezza.
L’architettura eoliana è fatta di costruzioni e colori che rispecchiano l’esigenza dei suoi abitanti, la tradizione e la vocazione spontanea e le condizioni climatiche di questi luoghi. Ogni cosa, dai nostri avi, è stata realizzata in armonia con la natura. Tutto essi hanno basato sulla spontaneità e nel rispetto dell’ambiente e, guardando le vecchie case, troviamo infatti, inequivocabilmente, il chiaro riflesso delle usanze e del modo di vita dell’isolano.
Le trasformazioni avvenute si possono evidenziare attraverso il raffronto tra il quadro edilizio odierno e la rappresentazione iconografica che ci ha lasciato il più attento e scrupoloso descrittore delle Eolie, l’Arciduca Luigi Salvatore d’Austria nella sua rara e preziosa opera "Die Liparischen Inseln" – Praga 1896 (tradotta e rielaborata da Pino Paino – Edinixe Editrice).
L’opera di Luigi Salvatore ci consente di affermare che le case di Lipari fino al 1782 e, quelle delle isole minori, fino al 1804, venivano imbiancate a calce tutti gli anni, sia all’interno che all’esterno. Solo dopo quell’epoca invalse l’uso di intonacare i prospetti dei fabbricati con malta di calce e lapillo per restare più a lungo bianchi. Il colore bianco veniva usato anche per i monumenti, le chiese, i palazzi pubblici, ecc.
Infatti, nel volume IV (Panaria), a pag. 2 si legge: "Dappertutto piccole casette intonacate di bianco" .
Nel volume V (Filicuri), a pag. 4 si legge: "Le case della Fussedda sono tutte bianche con luoggi e pulèra " ; a pag. 11: "La chiesa di Santu Stefanu presenta un prospetto imbiancato a
calce"; a pag. 37: " Ancora bianche casette"; a pag. 4: "A criesia i San Vartulumeu è intonacata di bianco" ed ancora "Le case nei pressi della chiesa sono tutte bianche".
Nel volume VII (Stromboli), a pag. 4, a proposito dell’abitato di San Vincenzo si legge:
" Emergono in un meraviglioso contrasto inserendosi, col loro abbagliante bianco, nel ridente splendore delle pendici", ed ancora "Lungo la spiaggia di Scari sorgono, allineate, piccole case bianche"; a pag. 6 si legge: "In cima all’altura sorge la chiesa di San Vicienzu intonacata di un bianco accecante"; a pag. 27: "Ginostra appare distintamente con le sue bianche casette"; a pag. 38: "La contrada Lazzaru mostra bianche e isolate casette e proseguendo verso Ginostra si scoprono le sue case bianche anche da mare, sparse tra ulivi e vigneti".
Quindi fino agli anni ’80 del secolo scorso, dalla testimonianza riportata dall’illustre visitatore, si evince che il colore utilizzato nei prospetti dei fabbricati era il bianco e solo il bianco.
Solo alla fine dell’800, particolari situazioni storiche ed economiche, non ultimo l’imperversare della filossera che ha danneggiato la produzione vinicola, hanno provocato la prima grande emigrazione che ha determinato un continuo depauperamento demografico. Ma ogni risparmio del faticoso lavoro all’estero di molti eoliani è stato destinato a realizzare il sogno di una vita: una casa per sé e per i propri figli.
Con le rimesse fatte dal padre famiglia ed in sua assenza, vengono chiamati nelle isole, per costruire le case, delle maestranze siciliane, calabresi e napoletane che, abituati alla policromia più sconvolgente, introducono dei colori diversi dal bianco nelle case eoliane. Le facciate sono dipinte con terre coloranti ed i colori dominanti diventano il rosso, il giallo, l’azzurro ed il bianco.
Esistevano vari accostamenti di colorazione: il rosso per i fondi e il giallo o il bianco per i rilievi o viceversa.
Oggi, nei restauri dei vecchi edifici e nelle nuove costruzioni, purtroppo si assiste al progressivo abbandono del colore bianco e dei colori originari, utilizzando delle tonalità troppo sature e con materiali sintetici, alla ricerca di un improbabile Mediterranean style.
Questo fenomeno, che sta assumendo il carattere di un nuovo stile, contribuisce indubbiamente ad alterare in modo irreversibile il modello cromatico originario, banalizzando la stessa architettura.
Se questo processo non verrà arrestato, fra pochi anni non sarà più possibile renderci conto della tavolozza dei colori originari e dei criteri con cui essi erano combinati e del loro rapporto con l’architettura e con l’ambiente vegetale e minerale delle isole. Anche del candido bianco resterà un ricordo da ammirare nelle collezioni di vecchie cartoline.
Si impone quindi un immediato intervento che introduca nel R.E.C. una regolamentazione per l’impiego del colore secondo una precisa direttiva della Soprintendenza BB. CC. AA. ed un costante controllo sull’intero territorio comunale, al fine di evitarne l’uso indiscriminato.
L’AGE si rende disponibile per dibattere il problema sia con il Comune che con la Soprintendenza BB. CC .AA. al fine di definire il corretto impiego del colore nel centro storico di Lipari e nelle isole minori, tendente al recupero dell’ambiente originario.
L’Associazione Geometri delle isole Eolie
(Il Presidente )