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venerdì 24 luglio 2009

Panarea. Ancora un soccorso con il motocarro. Turisti e residenti come sacchi di patate. Lo sfogo dell'operatrice Pina Cincotta

(di Pina Cincotta Mandarano) A Panarea da circa un anno manca l’ambulanza in dotazione al presidio della Guardia Medica e quindi i pazienti si trasportano con i motocarri come la merce. Ricordo di aver denunciato questa assurda situazione lo scorso anno. Un appello che poi fu ripreso dai mass-media.
L’ambulanza inviata fuori dall'isola solo per una manutenzione ordinaria non l’abbiamo però più vista.
E ieri sera si stava consumando un’altra tragedia. Un turista inglese di 60 anni, scendendo da uno yacht, è scivolato e ha battuto violentemente il capo riportando un trauma cranico facciale con perdita di coscienza.
L’intervento dei sanitari della Guardia Medica, dottori Daniele Marino e Francesco Aricò, è stato tempestivo in quanto allertati immediatamente dalle Forze dell’ordine coordinati dal maresciallo Munafò.
Lo sfortunato turista è stato stabilizzato per circa un’ora in attesa dell’elisoccorso ma, dovendolo trasportare, si è dovuto ricorrere alla solita motoape: si tratta di un motocarro privato che solitamente viene adibito al trasporto delle merci e dei materiali più disparati. Ovviamente, si è perso anche del tempo per ripulire il pianale.
E’ incredibile, abbiamo dovuto trasportare il paziente sul pianale di un motocarro come fosse un sacco di patate. A Panarea, nel 2009, succede questo. Ci siamo vergognati!
Devo comunque annotare il lodevole l’impegno di tutti e rimarcare l’intesa tra Forze dell’ordine, i sanitari e quella gente che si è prodigata per portare il proprio contributo di solidarietà.
Resta l'amaro in bocca perché non vedo l’impegno delle istituzioni che rimangono inerti e sfuggevoli. Sono pronte a fare solo promesse e propagande elettorali (solo pochi mesi fa si era annunciato a gran voce l’arrivo delle ambulanze su tutte le isole minori) ma non forniscono i mezzi necessari per migliorare lo svolgimento dei soccorsi in aree disagiate dove la realtà è di chi la vive. Purtroppo, non abbiamo nemmeno un comitato di quartiere funzionante.
Notizia del 24/07/09 a cura di Salvatore Sarpi