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lunedì 14 settembre 2009

Editoriale: Lipari e gli "untori". Specchio di un'isola senza più regole

Ecco, secondo noi, chi contribuisce a infettare di rifiuti una Lipari che sconta già gravissime carenze strutturali. Ma prima di arrivarci dobbiamo rituffarci nella Milano del 1630: la città dei Promessi Sposi. Infuria la peste e con la sua sapiente scrittura Alessandro Manzoni dipinge la figura dell'untore: colui che cospargeva le maniglie delle porte o altri luoghi di una sostanza biancastra, per diffondere il contagio.
Oggi gli "untori" liparesi(non se ne abbiano le persone civili e corrette che sono la maggioranza) si dividono in tre categorie: alcuni di coloro che eseguono lavori edili anche in proprio, gli "untori" storici e semplici cittadini.
I primi, con camion, furgoni e motoapi soprattutto durante le ore notturne, scaricano dappertutto materiali di vario genere. Sono coloro che non trovano di meglio che scaricare scarti, inerti dell'edilizia dove capita, solitamente nel greto dei torrenti, lungo le colline isolane, a volte lungo o in prossimità dei posti panoramici.
Gli "untori" storici sono quelli che (indisturbati) continuano ad occupare, non autorizzati, giorno dopo giorno, ampi spazi dell'isola, litorali compresi, con tutta una serie di mezzi, accessori, carrelli, barche ecc. . Il più delle volte trattasi di reperti inutilizzati ed inutilizzabili che restano lì a "marcire", ad inquinare e a fornire uno spettacolo indecente.
Poi c'è il cittadino comune che ritiene di essere furbo e di non poter essere mai colto in flagrante (cosa che purtroppo accade con i controlli latitanti o meglio dire inesistenti).
Qui abbiamo due sottocategorie.
Il primo simbolo dell'arroganza: scaraventa l'immondizia dal finestrino dell'auto, vede i cassonetti vuoti ma getta i sacchetti fuori dal contenitore o,se capita,all'interno di uno della differenziata. Mentre la sua differenziata non è.
Il secondo è quello che deposita ingombranti e rifiuti speciali dappertutto. Dal centro dell'isola alla periferia. Anche se sa, probabilmente, che esiste un centro di raccolta gratuito.
Il modello "tipo" è quello che, seppure in tempi diversi, si ferma a depositare sempre nello stesso luogo, forse ritenendo che i rifiuti lasciati da soggetti suoi simili non possano restare da soli.
Probabilmente ritiene di essere nel suo pieno diritto solo per il fatto che lui, paga la tassa sui rifiuti e quindi pensa di essere autorizzato a fare quello che vuole.
"Untori" subdoli che si autocommiserano e si autoassolvono giornalmente: per loro vale il detto "piove, governo ladro"...e la colpa è sempre del Palazzo. Che le sue colpe ce le ha, e in abbondanza, ma è solo lo specchio di un'isola senza regole, che non conosce l'etica del bene comune, che sprofonda in una barbarie sempre più contagiosa