(Michele Giacomantonio) Continuano ad arrivare segnali contraddittori dal fronte dei trasporti marittimi e segnatamente dalla Tirrenia e, per quel che ci riguarda, dalla Siremar. C’è chi allarma, c’è chi tranquillizza, c’è chi ribadisce. In tutto questo affastellarsi di informazioni tre cose ci sembra di capire:
1.Si tende a scorporare le collegate regionali dalla Tirrenia affidandole alle rispettive regioni. Quello che veniva escluso ieri, anzi dichiarato impossibile, è perseguito oggi con forte determinazione. Perché? Perché è praticamente impossibile riuscire a collocare la Tirrenia sul mercato privato col gravame delle regionali le cui tratte sono tutte tratte sociali che hanno bisogno di contributi e finanziamenti ad hoc per sostenersi. Ed anche senza queste collegate c’è ugualmente bisogno di qualche contributo pubblico – così ci informa il Ministro Matteoli – per garantire la continuità territoriale.
2.Sul passaggio però delle collegate regionali alle regioni siamo ancora in alto mare. “Si è solo fischiato il via ad una partita tutta da giocare”, ha affermato l’assessore regionale della Toscana che come si sa è una regione che ha diverse isole minori. Anche qui il Ministro assicura che vi saranno contributi nazionali ma le preoccupazioni sono molte perché si teme che assieme ad un sostegno economico insufficiente si trasferiscano alle regioni – come ha affermato “Osservatorio –Sicilia.it” – “l’uso di scelte politiche clientelari, prevaricatrici di ogni logica industriale ed amministrativa, che dagli ‘80 hanno imposto sulle navi in costruzione impianti e macchinari per salvare, con operazioni di tipo sociale assolutamente irresponsabili, la cantieristica e le fabbriche dell’indotto”. Inoltre il sindacato è preoccupato perché non si parla del personale.
3.Non si capisce poi come le Regioni gestiranno le collegate regionali. Le regionalizzeranno o le metteranno in gara affidandole ai privati? L’on. Tajani continua a ripetere che la privatizzazione non è una imposizione della Unione Europea ma è compatibile con le regole da questa poste. Sarebbe compatibile anche una gestione pubblica con la partecipazione oltre che della Regione ( e magari di una quota statale) anche delle amministrazioni locali interessate? Siamo molto scettici sulla gestione di tratte sociali da parte dei privati con contributi pubblici. Le esperienze che abbiamo sotto gli occhi ci dicono che, per questa strada, non migliora la qualità dei mezzi e del servizio. E allora perché darla come unica strada possibile? E che si dia per scontato che ad una gara si deve andare ci è parso di capirlo anche da quanto ha scritto il Sindaco di Lipari all’Assessore regionale ai trasporti recentemente sull’argomento.
Non so se la situazione sia ancora allo stesso punto di questa primavera. Ci sembra che si continui a girare in circolo ora più veloce ora più piano come quel gioco che si faceva da bambini per vedere alla fine chi rimaneva in piedi senza cadere a terra. Vorremmo che in piedi rimanessero gli interessi della gente delle isole che del trasporto marittimo non può farne assolutamente a meno.