Mediterranea Holding: «Tirrenia si può salvare»- Mediterranea Holding «è pronta» per acquisire Tirrenia e ha confermato al commissario straordinario, Giancarlo D’Andrea, la sua offerta da 75 milioni di euro, presentata lo scorso 9 agosto, con un piano industriale che non prevede esuberi e «spezzatini». Invece contempla l’apertura di nuove linee. Lo afferma il presidente della società, Salvatore Lauro, in un’intervista ad Apcom nella quale annuncia che l’aumento di capitale fino a 25 milioni «verrà sottoscritto dall’assemblea del 10 settembre che sancirà anche il cambiamento della compagine azionaria con l’uscita dell’armatore Alexander Tomasos e dell’ex presidente di Confitarma Nicola Coccia e l’ingresso di soci industriali, fondi di investimento che avranno la maggioranza, lavoratori e autotrasportatori». E su questo progetto, aggiunge, cercheremo «l’accordo con i sindacati»
Quanto all'offerta fatta pervenire al commissario, Lauro esprime quindi meraviglia che "dopo la lettera del 9 agosto ancora non siamo stati chiamati. I tempi sono stretti. Noi siamo pronti a chiudere immediatamente l'operazione perché siamo preoccupati che se passa il 30 settembre (data di scadenza delle convenzioni ndr) l'Ue non darà più il suo benestare. Per questo abbiamo fatto l'aumento di capitale: i soldi sono pronti". Il presidente di Mediterranea si sofferma sulle convenzioni di Tirrenia, che gli esperti ritengono essere gli 'asset pregiati' della compagnia: "non sono le sovvenzioni del 2010 quelle importanti. Quello che per noi è importante - sottolinea - è non perdere le sovvenzioni a 8 anni che equivalgono a 72 milioni di euro l'anno per mantenere i servizi pubblici di Tirrenia". Lauro puntualizza che il piano industriale che è stato preparato "lo vogliamo mostrare oltre che al commissario anche ai sindacati che intendiamo incontrare dopo l'incontro con il ministro Matteoli di lunedì 6 in modo che sappiano che c'è una società pronta a rilevare tutto senza far perdere un posto di lavoro assumendosi gli obblighi previsti dalle leggi e dagli accordi sindacali che vogliamo sottoscrivere". Lauro insiste quindi sul "no" allo spacchettamento di Siremar da Tirrenia. "Se questa (Siremar ndr) dovesse fallire come fa presagire la situazione, sarebbe un problema per le piccole e medie imprese siciliane. Quindi l'ipotesi dello spacchettamento anziché risolvere il problema sarebbe una soluzione contraria agli interessi del Paese". In conclusione, ribadisce, "noi siamo pronti. Se vogliono salvare l'azienda in questo momento è possibile: ci sono tutte le condizioni perché il personale e l'azienda vengano salvati salvaguardando un marchio prestigioso. Se ci sono altri motivi di ordine politico o altro tipo che non conosco allora chiaramente fallirà. Noi - conclude - abbiamo fatto l'offerta, se altri vogliono farlo, anziché sui giornali la presentino ufficialmente così ci sarà una gara aperta nella massima trasparenza senza discriminazioni".
TIRRENIA: CARONIA (UILT), REVOCA SCIOPERO SE C'E' GARANZIA OCCUPAZIONE- ''All'approssimarsi del 6 settembre, giorno in cui incontreremo il Governo per affrontare le problematiche della privatizzazione di Tirrenia, non possiamo che tenere le dita incrociate ed augurarci che quella 'cosina in piu'' di cui ha parlato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti il giorno 24 agosto, nel corso di una sua dichiarazione, sia la garanzia formale e sottoscritta che i livelli occupazionali e contrattuali dei lavoratori non verranno in alcun modo intaccati e l'impegno che eventuali esuberi, computando tra gli organici anche i precari storici, saranno trattati analogamente a quanto fatto per altri lavoratori dei trasporti''. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Uil Trasporti, Giuseppe Caronia.''Ci auguriamo altresi' che 'le prospettive che si erano aperte', come ermeticamente dichiarato dal Ministro in quella stessa occasione nella quale richiedeva la fine delle agitazioni, si siano effettivamente concretizzate''.''Vogliamo inoltre sperare che le giornate successive al 30 e 31 di agosto (date dello sciopero, da noi responsabilmente differito) siano servite al Governo anche per unificare le voci del Vice Ministro all'Economia, Giuseppe Vegas e del Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia con quelle del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli il quale ha dichiarato di essere contrario ad ogni ipotesi di spezzatino delle distinte aziende dell'ex Gruppo, dichiarazione su cui concordiamo pienamente''.''Concordiamo - aggiung Caronia - anche sui propositi espressi circa la proroga delle convenzioni in scadenza il 30 settembre prossimo e la volonta' di avanzare con determinazione la richiesta alla UE di un ragionevole slittamento dei tempi necessari a concludere ordinatamente il processo di privatizzazione dell'intero Gruppo Tirrenia''. ''Se tutto cio' dovesse il giorno 6 almeno delinearsi - conclude il leader della Uilt - il giorno 7 potremmo decidere la revoca dello sciopero. Se al contrario dovessimo trovarci di fronte ad un quadro ancora confuso ed incerto tale da non poter restituire ai lavoratori ed alle loro famiglie speranza e serenita', la risposta del sindacato non si fara' di certo attendere''.
Tirrenia/ Uilt: Nel gruppo la Usclac rappresenta solo lo 0,6%- "La Federmanager, con una sua nota, ha chiesto al ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, di convocare a un tavolo unico tutte le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative per affrontare le problematiche del gruppo Tirrenia. Ha rivendicato, pertanto, anche la partecipazione di Usclac-Uncdim che a suo dire rappresenta la maggior parte dei capitani di lungo corso al comando e dei direttori di macchina. Questa affermazione è assolutamente priva di fondamento". Lo sottolinea la Uil trasporti in una nota. "la richiamata sigla - spiega il comunicato - rappresenta, documenti e prove alla mano, complessivamente in Tirrenia solamente lo 0,6% dell'intera forza lavoro edappena il 16% e l'11% rispettivamente dei soli comandanti e dei direttori di macchina, mentre in Siremar rappresenta il 6,8% dell'intera forza lavoro e il 17,6% e 18,7 % rispettivamente dei soli comandanti e dei direttori di macchina". "L'Usclac-Uncdim rivendichi pure la partecipazione a un ipotetico tavolo unitario - afferma la Uilt - ma non certo in ragione del suo marginale livello di rappresentatività, rivendicazione che apparirebbe altrimenti solamente come atto di presunzione e in conflitto con le più elementari regole della democrazia che ben distinguono le maggioranze dalle minoranze. Evidentemente il convincimento dei vertici di questa corporazione, non crediamo dei suoi associati, è quello che un comandante o un direttore di macchina equivalga a 100 altri componenti dell'equipaggio, ufficiali compresi. E' per questo singolare modo di intendere le differenze di grado e di valore delle singole persone, oltre che per molte altre diverse opinioni, che non auspichiamo la sua presenza allo stesso tavolo di confronto col Governo". Desideriamo comunque evidenziare - conclude la nota - che anche la Uiltrasporti ha chiesto, in subordine alla richiesta di due tavoli, uno con solo Cgil, Cisl e Uil e uno con tutte le altre organizzazioni aventi titolo, un unico tavolo se ciò consentisse di accelerare il confronto, ma a condizione che non vengano mai meno quelle regole di democrazia che abbiamo prima richiamato".
Tirrenia: Onorato conferma interesse, non e' come Alitalia- "Tirrenia non e' come Alitalia, perche' non ci sono problemi di occupazione e nemmeno questioni di stipendi. Tirrenia sarebbe una buona societa', ma e' arrivata a questa situazione per una sola ragione: l'incapacita' di chi l'ha guidata negli ultimi anni".
A dirlo e' Vincenzo Onorato, presidente di Moby, in un'intervista ad Avvenire. Il manager ha ribadito la sua intenzione di avanzare un'offerta per Tirrenia, nonostante i 600 mln di debiti. Con Tirrenia, Onorato cerca "opportunita' di crescita. E' una compagnia che fa le nostre stesse rotte verso la Sardegna, un mercato dove oggi siamo leader noi. Ha attivita' interessanti pure nell'Adriatico. Punto anche ad evitare il caos che si verrebbe a creare se di questo gruppo si facesse lo spezzatino. Arriverebbero speculatori stranieri - conclude Onorato - operatori con poche intenzioni di collaborare a far crescere i nostri mercati e molta voglia di guadagnare subito il piu' possibile. Non dobbiamo permetterlo".