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martedì 4 ottobre 2011

Quale “politica” sta chiudendo il punto nascita dell’ospedale di Lipari? (di Pietro Lo Cascio)


L’assemblea popolare indetta ieri sera sul tema del punto nascita dell’ospedale di Lipari, che sta per essere soppresso con un decreto del governo regionale, è stata teatro di una strana gara nei proclami e invettive contro la politica. La politica, secondo la quasi totalità degli intervenuti, avrebbe fallito, tutta e indistintamente.
Personalmente, nel ruolo politico che rivesto, non ritengo di avere fallito su questo tema, e vorrei spiegare il perché. Come consigliere comunale e come iscritto a Sinistra Ecologia e Libertà, ho sempre contestato l’operato del governo Lombardo, salito in un primo tempo grazie al sostegno del centro-destra, e oggi sorretto da una pasticciata coalizione che vede addirittura il principale ex-partito di opposizione esprimere assessori (nella fattispecie, Russo, autore del fantomatico decreto). Ho contestato e contesto Lombardo e la politica dell’incoerenza, del compromesso a tutti i costi, delle finte riforme che lasciano intatti gli interessi di casta, tutti aspetti che questo governo incarna in maniera forse ancora più grossolana e prepotente dei suoi predecessori. Certamente concordo nell’analisi che QUESTA politica abbia fallito.
Da qui, non nascondo il disagio – avvertito ieri sera – nell’assistere alla gara al distinguo e alla ricostruzione dell’imene politico messo in atto da chi, per esempio, dichiara appena pochi giorni fa la sua appartenenza a un nuovo partito (che sostiene questo governo regionale!) e, quasi contemporaneamente, sconfessa pubblicamente la chiusura del punto nascita di Lipari della quale lo stesso partito è complice; o, per fare un altro esempio, da un imprenditore notoriamente “vicino” al presidente Lombardo – tanto da ospitarne la recente convention di Lipari appena due settimane fa, dove gli argomenti spesi a favore del nostro ospedale evidentemente non devono essere risultati molto convincenti – impegnato ieri sera nell’improvvisare manifestazioni popolari. Manifestare è giusto e doveroso, è un diritto inalienabile, ma non pensiamo di avere trovato la soluzione, poiché da giorni centinaia di altre proteste – ricordo 15 sindaci in occupazione permanente dell’ospedale del loro comprensorio – agitano tutta la Sicilia, e non mi pare che l’assessore Russo, o i suoi sodali della Regione Siciliana, ne siano minimamente scossi. Sarò dunque tacciato di propensione alla polemica, ma ritengo che, di fronte all’inesistenza della nostra amministrazione comunale, di fronte alla grande contraddizione nella quale si trova chi – pur difendendo anche coraggiosamente le nostre prerogative – milita nei partiti fautori del killeraggio del nostro ospedale, la strada da battere sia proprio quella della politica, tanto biasimata durante l’assemblea di lunedì sera.
Un decreto sulla sanità attento alle ragioni delle comunità disagiate, come quelle delle piccole isole, avrebbe dovuto prevedere una turnazione di personale medico dotato della necessaria esperienza nei reparti di ostetricia (i famosi 500 parti) da Milazzo o da altre sedi vicine, per periodi di 3-4 mesi, riducendo o eliminando così i paventati “rischi” per la salute delle gestanti e dei nascituri; avrebbe dovuto richiedere a questo personale una certificazione della propria esperienza professionale, fatta sulla base dell’effettivo servizio svolto e non di fittizi attestati rilasciati da primari compiacenti; e, naturalmente, avrebbe dovuto prevedere adeguati incentivi per questo personale, disponendo per esempio convenzioni con strutture residenziali. Ma, dato che siamo trattati come imbecilli a cui propinare l’ennesima, grande mistificazione della realtà, il consiglio e la giunta comunale di Lipari devono dare una risposta politica, possibilmente di un certo impatto. Una strategia, non ipocrita, è quella di consegnare nelle mani del presidente Lombardo e dell’assessore Russo le dimissioni dei consiglieri comunali, insieme – naturalmente – a quelle della giunta e del sindaco. Io sono pronto e disponibile a farlo; mi aspetto che lo siano anche tutti gli altri, gli alfieri del fallimento di questa politica, anche se talvolta a intermittenza.
Pietro Lo Cascio
consigliere comunale di Sinistra Ecologia Libertà

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