(GAZZETTA DEL SUD) È tornato dopo nove anni al timone dell'Azienda sanitaria provinciale, trovandola profodamente cambiata. Solo un aspetto non muta mai: la complessità gestionale di un mastodonte amministrativo che espande le sue competenze sul territorio di 108 comuni con tutte le loro specificità e criticità. Ma non sono certo le sfide complicate a spaventare il dott. Francesco Poli, forte di tutta una serie di esperienze che ne fanno uno dei manager più coriacei e "gettonati" della sanità regionale. Attualmente, infatti, oltre a guidare l'Asp messinese, è anche direttore generale dell'Ospedale Cannizzaro di Catania, mentre in passato è stato project manager del Centro oncologico d'eccellenza dell'ospedale Papardo.
Il primo mandato di Poli alla neonata Ausl 5 di Messina, dal 31 gennaio 1997 al 28 febbraio 2002, fu caratterizzato da una complessa fase di transizione dalle 9 ex Unità sanitarie locali verso una sola realtà aziendale provinciale. Grande attenzione fu riservata alla ristrutturazione dei sette ospedali, ma anche al patrimonio immobiliare, con la ristrutturazione del S. Angelo dei Rossi e di alcuni padiglioni dell'ex Mandalari, oltre che con l'acquisto dell'attuale sede centrale, il Palazzo Geraci di via La Farina, grazie anche ai margini concessi dal pareggio di bilancio.
Ora il Poli-2 riparte da una situazione molto diversa: la sanità regionale sta lentamente risollevandosi da una crisi profonda, ma l'Asp messinese risente ancora di un grave deficit di bilancio. Negatività che, come si ricorderà, ha determinato le dimissioni del precedente manager, Salvatore Giuffrida, peraltro appena richiamato dallo stesso Poli quale direttore sanitario dell'ospedale Cannizzaro. E proprio con i conti in rosso è stato il primo impatto dell'appena nominato commissario Poli, il cui mandato di carattere straordinario non ha un limite temporale, ma con ogni probabilità seguirà la naturale scadenza delle nomine manageriali siciliane alla fine di agosto 2012. Risanare è la parola d'ordine, la cui eco rimbomba facendo tremare sindacati e operatori sanitari, preoccupati per tagli e riduzioni dei servizi. Ad intervenire, a questo proposito, nei giorni scorsi è stata la Uil, con una nota firmata dal segretario generale Costantino Amato, dal segretario provinciale Uil Fpl Giuseppe Calapai e dal responsabile dell'area medica Mario Capitanio. All'assessore regionale Russo si contesta la nomina di un «commissario straordinario di fatto part-time che potrebbe apparire solo come commissario liquidatore, nominato per tagliare alcuni importanti pezzi della sanità messinese, a discapito delle popolazioni già penalizzate dall'atto aziendale dell'Asp che ha tagliato numerosi servizi e dalla nuova dotazione organica che ha tagliato 476 posti di lavoro». Si sollecita quindi la nomina di un direttore generale, per "normalizzare" la gestione.
«Nessun ospedale verrà chiuso – assicura il commissario-manager – ma si procederà ad una riqualificazione, anche con rimodulazione dei posti letto». Dunque, se quanto annunciato verrà mantenuto, tutti i sette presidi della provincia saranno tutelati, ma con profonde operazioni di rifunzionalizzazione non certo indolori. L'intenzione, infatti, è di spulciare i report sui ricoveri, attivi e passivi (le cure dei messinesi fuori provincia), per valutare, spiega Poli, «gli indici di attrattività dei nostri reparti, di occupazione dei posti letto e l'appropriatezza dei ricoveri. I servizi – aggiunge – devono essere determinati dal fabbisogno: a cosa servono reparti con uno o due posti letto magari vuoti? Non vale nemmeno la pena di mantenere la struttura di contorno». «In un ospedale come quello di Lipari, ad esempio – prosegue il manager – con soli 26 posti letto è impensabile tenere tutte le specialità. Deve invece essere riconvertito in Mcau, cioè un'unità d'urgenza per dare risposta alle emergenze, o anche per effettuare prestazioni chirurgiche semplici, ed eventualmente inviare i pazienti ad altri ospedali in caso di interventi più complessi, come ad esempio un parto difficile. Ma se le condizioni lo consentono, possono bastare anche due ostetriche a far nascere ancora i bambini a Lipari». «Il futuro – è la precisa idea del commissario dell'Asp – è specializzare i reparti, creando centri di attrattività, com'è ad esempio Cardiochirurgia pediatrica a Taormina. Anche l'ospedale di Mistretta, ad esempio, può trovare il suo futuro della riabilitazione».
Ma le strategie di risanamento passano anche dalla ulteriore riduzione della spesa farmaceutica attraverso i controlli mirati sui medici di famiglia, dalla ragionata acquisizione di beni e servizi, ad esempio i costosi macchinari per radiodiagnostica. Intanto, entro fine anno si dovrebbe partire con l'istituzione di 8 Pte: proprio dal miglioramento della prima rete territoriale sanitaria, infatti, discende la riduzione dell'ospedalizzazione, oggi soggetta a costi che finiscono col colorare di rosso qualunque bilancio.
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