E’ anche lì, infatti, che si apprendono le notizie e si commentano. Ed è proprio lì che per ora si parla dell’Ospedale: la famosa questione dell’Ospedale di Lipari (o meglio delle Eolie) che vogliono sopprimere, a cominciare dal “punto nascite”.
Si dice che trattasi di una indicazione scaturita da uno studio scientifico effettuato a livello mondiale che configura una struttura efficiente e sicura per il nascituro e la partoriente quella che gestisce almeno cinquecento parti l’anno. Tali indicazioni, recepite dal Ministro competente, sono state trasferite alle Regioni per l’eventuale adozione.
E’ evidente che scelte del genere non possono essere pedissequamente adottate in tutte le realtà, ma sono previste anche delle deroghe per luoghi particolarmente disagiati.
Per la “politica regionale” sembrerebbe che le Eolie non siano zone disagiate, quindi possono essere considerate alla stregua di località regolarmente e continuamente collegate, con servizi che consentano il facile spostamento delle persone.
Forse ci sono pochi elettori? O forse non si hanno i santi giusti nei luoghi che contano? Gli interrogativi sono d’obbligo, dal momento che alcune località, meno disagiate delle nostre isole, sono state adeguatamente considerate e quindi per loro poteva adottarsi la deroga.
Quando questa discussione alimenta il parlare della nostra comunità, purtroppo, si evidenziano altre crepe. Anziché affrontare unitariamente il problema e insieme proporre soluzioni e proposte di lotta, si pensa bene di distinguersi, addebitando colpe o incapacità alle parti politiche avverse. Il “divide et impera”, quando non ce lo impone il potere, siamo così …. bravi ad imporcelo da soli.
Si sente parlare di azioni di lotta eclatanti (e forse anche stancanti) già sperimentate in altre battaglie. Non dimentichiamo quanto fatto e come andò a finire nella famosa occupazione della nave che volevano toglierci.
Per evitare strumentalizzazioni di parti politiche, particolarmente attente sotto i periodi elettorali, sarebbe più opportuno intraprendere una protesta che proprio alla “politica” possa dare un segnale forte, tentando di interessarla meglio alla “battaglia di tutti noi”.
Per esempio: dopo aver immediatamente formalizzato un comitato cittadino, che veda coinvolte tutte le parti sociali, la prima azione da proporre è quella della minaccia delle dimissioni di tutto il Consiglio Comunale, Amministrazione compresa, fino all’ottenimento della dovuta deroga che ci consenta di tenere ferma a Lipari la struttura adeguata a garantire il diritto costituzionale alla salute.
Se questa azione non scuote la “politica locale, regionale e nazionale”, si potrebbe passare ad una seconda fase: la restituzione di TUTTI i certificati elettorali. Se non siamo considerati cittadini normali, non si capisce chi e perchè delegare, se nel momento importante del bisogno i nostri rappresentanti si defilano, o non si assumono le proprie responsabilità, o peggio ancora innescano il solito balletto dello scaricabarile.
E’ evidente che, considerata la scarsa “importanza elettorale”, chi ha il dovere di farsi portabandiera della protesta, non possono che essere i rappresentanti eletti nelle comunità delle nostre isole. Loro sono chiamati a fare da cassa di risonanza delle legittime aspettative di una cittadinanza abbandonata e maltrattata. Ma lo devono fare unitariamente tutti, perché la prima dimostrazione da dare è quella di essere uniti, compatti e determinati.
Questa è la nostra idea che può esser fatta anche vostra, compaesani. Che ne pensate?
Antonio Iacullo e Mimmo Ziino
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