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martedì 31 luglio 2012

Sicilia, le dimissioni di Lombardo. Si vota a fine ottobre

Come nel suo stile è uscito di scena con un discorso a effetto annunciando una sorta di ritiro dalla politica. Ipotesi tutta da verificare visto che appena qualche ora prima non aveva rinunciato a fare le ultimissime nomine della sua prolifica presidenza, piazzando all'assessorato agli enti locali un fedelissimo al quale, da assessore agli enti locali, toccherà gestire la macchina che porterà alle elezioni anticipate.

SI VOTERA' IL 28 E IL 29 OTTOBRE-«Lascio la Regione e tutte le cariche politiche senza rimpianti -ha detto parlando all'Assemblea regionale siciliana- Abbiamo fatto tanto, molte riforme. Lascio all'apice, perchè la presidenza della Regione siciliana è l'apice di una carriera. Lascio con serenità. E vi auguro a tutti voi di poter continuare a servire al meglio la Sicilia». Raffaele Lombardo si dimette dalla presidenza della regione siciliana aprendo la strada alla fine anticipata della legislatura. Subito dopo ha infatti preso la parola il presidente dell'Assemblea Regionale Francesco Cascio che ha annunciato il voto in Sicilia per il prossimo 28 e il 29 ottobre.
PERCHE' NON SEPARARCI DALL'ITALIA? -«Ma se continuano a dirci che siamo brutti, sporchi e cattivi, che abbiamo i conti in disordine, che spendiamo male, che siamo un peso, che ci stiamo a fare insieme in Italia? Tanto vale che ci si separi consensualmente» ha attaccato poi il presidente dimissionario. «Penso all'isola di Malta ad esempio - ha detto - che riesce anche ad offrire importanti opportunitá economiche, una tassazione agevolata. È un modello per molti aspetti» E ha continuato: «Mi auguro che dopo di me la Regione abbia un interlocutore forte che faccia i conti con lo Stato e recuperi lo spirito pattizio. Oggi questo spirito è sfumato, come dimostra anche la vicenda del commissario dello Stato che non ha mai impugnato le leggi dello Stato. È messo lì a vigilare sulle nostre cose e nient'altro».
LE DIMISSIONI - Nel suo intervento Lombardo ha anche fatto cenno alla sua vicenda giudiziaria che lo vede indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio. «Assistiamo a una vera e propria aggressione nei confronti della nostra Regione, della sua autonomia e vediamo affermarsi un serrato centralismo con tagli che vengono imposti da continue manovre finanziarie - ha detto- con grande disagio ho affrontato questa situazione, un disagio che ho cercato di nascondere con grande sofferenza. Non è così per una vicenda giudiziaria che sto subendo. Una vicenda giostrata abilmente sul piano mediatico, con una orchestrata fuga di notizie».
I CONTI IN ROSSO -Ha anche parlato dei conti in rosso della Sicilia. «Siamo consapevoli che l'Italia e la Sicilia vivono un momento molto critico -ha detto- Questo avviene nel contesto di una crisi finanziaria che non risparmia nessun continente. Abbiamo fatto i conti in questi quattro anni con i vincoli imposti dal governo nazionale. Il debito dell'Italia è cresciuto fino a duemila miliardi di euro 120% del Pil, mentre la Sicilia lo ha in rapporto al 7% del proprio Pil». Ma le dimissioni, ha voluto chiarire, sono «una scelta lucida e ragionata» in quanto «l'anticipazione delle elezioni consentirà alla politica siciliana di determinarsi più autonomamente». Quindi l'augurio che «si possa aprire nuova fase governata da uomini liberi e non intruppati che lavorino contro l'ascarismo e il trasformismo».
NIENTE SPENDING REVIEW -Ma nell'ultima seduta l'assemblea regionale siciliana non si è voluta smentire facendo saltare la spending review che appena qualche giorno fa il governatore siciliano aveva presentato al Presidente del Consiglio Mario Monti per rassicurarlo che la Sicilia non è a rischio default come temono molti osservatori. Il testo della revisione della spesa in Sicilia per far fronte ai buchi di bilancio era stato predisposto dagli assessori all'economia Gaetano Armao e alla salute Massimo Russo e prevedeva tagli per 150 milioni già nel 2012 e 300 milioni a partire dal prossimo anno. Ma all'interno del parlamento siciliano non è stato trovato l'accordo.
NIENTE PENSIONAMENTI - Per la verità tutto si è fermato ancor prima di arrivare in aula. La commissione Bilancio non sarebbe nemmeno entrata nel merito del provvedimento presentato sotto forma di emendamento. Tra gli interventi previsti per mettere in sicurezza i conti della Sicilia c'era anche una riduzione dell'organico con duemila pensionamenti. Dopo una riunione dei capigruppo il presidente dell'Ars Francesco Cascio ha annunciato che l'aula avrebbe esaminato un assestamento tecnico del bilancio regionale per il 2012 che prevede solo la copertura del disavanzo di 2 milioni e mezzo, mentre tutti gli altri articoli vengono cassati. Una decisione che ha scatenato una bagarre per l'annuncio di voto contrario all'assestamento di bilancio di molti parlamentari. Alla fine comunque l'assestamento è stato approvato.
NOMINE IN EXTREMIS - Qualche ora prima di lasciare la poltrona il governatore siciliana ha fatto le sue ultime nomine. Dopo aver riunito la giunta ha affidato al compagno di partito Nicola Vernuccio l'assessorato alle autonomie locali in sostituzione di Caterina Chinnici, mentre un altro fidatissimo, Mario Zappia, è stato scelto come commissario straordinario dell'Asp di Siracusa.
C'E' CHI FESTEGGIA - Per salutare le dimissioni di Lombardo c'è addirittura chi festeggia. Il comitato provinciale del Pdl di Catania, la città dell'ex governatore, ha organizzato una festa di piazza. «Con le dimissioni di Lombardo si chiude definitivamente una stagione politica che ha avuto poche luci e tante ombre» afferma invece il segretario siciliano dell'Udc Gianpiero D'Alia. Mentre per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando «si chiudono undici anni di malgoverno e mala amministrazione che hanno mortificato il popolo siciliano e pervertito la speciale autonomia».

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