Cari amici,
e' notizia di alcuni giorni fa che la società Sviluppo Eolie Srl
controllata dal comune di Lipari continua a produrre perdite (salvo
smentite).
Inutile rammentare che più volte ho rappresentato alcune mie riflessioni
sul tema delle società partecipate ed in particolare sulla Sviluppo
Eolie.
Ritengo che sia il caso che venga chiarito una volta per tutte e
pubblicamente lo stato di questa società che ormai da negli ultimi anni
non fa altro che approvare i propri bilanci fuori dai termini previsti
dallo statuto, giustificando tale operato con le parole famose di alcuni
"l'assemblea e' sovrana".
Ma se e' vero che il volere dei soci e' al di sopra di tutti, e' anche
vero che le perdite maturate da società controllate ricadono sulle
amministrazioni comunali e quindi sulle casse comunali, i cui forzieri,
se non ricordo male, non sono pieni di denari ma "vacanti".
A ciò si aggiunge che le norme sulle dismissioni delle partecipazioni in
società a capitale misto impongono "alle amministrazioni" di avviare in
termine ordinatorio tali dismissioni mediante procedure di evidenza
pubblica.
Mi risulta che il comune di Lenì ha già provveduto in tal senso mentre
gli altri sono in attesa. E mentre si attende le perdite aumentano ed il
termine indicato dalla legge per ottemperare a tali obblighi si
avvicina.
Allora mi sorge un dubbio o il Sindaco del Comune di Lenì ha preso un
abbaglio (cosa al quanto improbabile) oppure ha interpretato
correttamente la norma e di conseguenza ha proceduto con le conseguenti
delibere.
Come mai gli altri Comuni restano in attesa?
Attendiamo fiduciosi di conoscere dagli organi competenti maggiori
dettagli, anzi noi cittadini pretendiamo che i soldi pubblici spesi
siano giustificati e utilizzati per pubbliche utilità e per scopi
collettivi e non di casta.
Vorrei ricordare a tutti gli interessati (non parole mie ma delle Corte
dei Conti) che lo strumento societario e' per legge correlato ai fini
dell'Ente Pubblico ed e' inerente allo svolgimento di attività di
competenza dell'Ente medesimo e deve essere utilizzato per effettive
necessita istituzionali degli enti territoriali e non come veicolo per
eludere le normative pubblicistiche in temi di controllo sulla finanza
pubblica ed in materia di patto di stabilita' interno nonché strumento
abusivo per evitare le procedure di evidenza pubblica che presiedono
all'attività contrattuale delle amministrazioni locali.
Riassumendo brevemente le pubbliche amministrazioni, sul tema in
questione delle partecipazioni in società a capitale misto, in tempi
brevi," devono " predisporre una procedura che preveda:
a) una ricognizione: oggetto sociale e inerenza territoriale e
correlazione tra l'attività societaria ed il perseguimento degli
interessi della comunità amministrata
b) una delibera ad hoc
c) la redazione di un programma di dismissione
d) l'avvio della procedura di dismissione entro i termini stabiliti
dalla norma anche se non viene completato l'iter (termine ordinatorio e
non perentorio).
Ripeto, da quello che mi risulta, un solo Comune nelle Eolie ha già
preso in esame la questione gli altri sono dormienti nel frattempo
alcune società miste sostengono costi e maturano perdite che sicuramente
noi cittadini "non pagheremo mai".
I miei sono solo suggerimenti poi chi amministra la pubblica
amministrazione e' libero di operare come meglio crede visto che
eventuali responsabilità ricadranno solo ed esclusivamente su di loro.
Ultima riflessione come mai dopo tutti quei proclami su Lipari Porto oggi tutto e' rimasto come prima?
Per concludere vi do un suggerimento. Alcuni Comuni in Italia hanno
adottato un nuovo modello di gestione delle società partecipate che
prevede tre macrofasi:
1) costituzione di agenzia di controllo degli SPL
2) razionalizzazioni delle partecipazioni
3) definizione di un nuovo modello di corporate governance
Un ciao a tutti
Angelo Sidoti
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