Bene, ciò premesso,
condivido in buona parte quanto asserito dalla d.ssa Gulotta, salvo la
sua saccenza e il convincimento che deve fare l’animalista tenendomi i “suoi”
cani sotto casa.
La soluzione di lasciare i cani e
le cagne, dopo averli sterilizzati, nel territorio per il resto della loro vita
(mediamente anni 15), non mi sembra una soluzione civile e praticabile, anzi è
il modo di lavarsi la coscienza a danno dei cittadini che devono subire
l’invadenza inevitabile degli animali.
Vorrei chiedere alla d.ssa
Gulotta, cosa fanno nelle altre città per risolvere il problema ? Come si può
conciliare il riposo senza disturbo della cittadinanza con i latrati dei cani ?
A tal proposito la informo che innumerevole sentenze di condanna, ai sensi
dell’art. 659 del codice penale, vengono continuamente inflitte ai proprietari
dei nostri amici a quattro zampe che con il continuo abbaiare disturbano la quiete pubblica.
Non va bene la soluzione del
canile ? Constato che i costi da sopportare si gonfiano e si sgonfiano a
seconda della tesi che si vuol sostenere, dico questo con cognizione di causa
per mie esperienze dirette; comunque non voglio entrare nel merito; quindi
l’unica possibilità è quella di doverceli piangere o è quella che la d.ssa Gullotta se li prende direttamente in affidamento e se li porta a
casa sua ?
Ci faccia capire e ci dia una
soluzione risparmiandoci gli insulti; si parla e si scrive a sproposito ma,
dottoressa, si comanda solo ed esclusivamente a casa propria. Lei vuole
comandare a casa degli altri e questo non è una soluzione praticabile.
Mimmo Fonti
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