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giovedì 21 marzo 2013
L'ARS approva l'abolizione delle Province
( Gazzetta del Sud ) Con 51 si, 22 no e un astenuto è stata approvata la legge sulle province. A favore hanno votato i deputati del Pd, dell’Udc del Movimento cinquestelle, dei Democratici e riformisti e della lista Crocetta. Contro i deputati del Pdl, del Pid e della Lista Musumeci. Per molti, a partire dal presidente della Regione Rosario Crocetta, quella scritta ieri dal parlamento siciliano è una pagina storica. E che la norma approvata sia di portata storica lo dimostra il particolare, mai registrato in precedenza a memoria di cronista, che per le dichiarazioni di voto sono intervenuti ben 36 deputati, diciotto dei quali per parlare a favore della legge che avvia le procedure per l’abrogazione delle province, gli altri diciotto per difendere le vecchie istituzioni, parte di origine borbonica, altre di origine savoiarda. E ai toni spesso vivaci, accalorati, in qualche caso si è aggiunta qualche parola poco aulica, tipo quel “cial - troni” indirizzato dal leader siciliano della Destra Nello Musumeci ai deputati della maggioranza, favorevoli all’attuazione dell’art. 15 dello Statuto speciale della Sicilia e, quindi, all’abrogazione delle province. Probabilmente, la durezza delle reazioni, si deve anche al particolare che questo per la rimozione delle province “è il primo passo – come ha ricordato Antonello Cracolici – per smantellare questa Regione”. E sarà smantellata, come ha avvertito il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri, applicando alla lettera lo Statuto per correggere tutte quelle strutture frutto di imposizioni romane che hanno finito per rendere difficoltoso e, spesso, farraginoso il funzionamento della Regione. Dure critiche, nella replica, il presidente della Regione ha espresso nei confronti di quei deputati dell’opposizione che, nel tentativo di impedire l’entrata in vigore della legge in discussione, si sono rivolti al commissario dello Stato per invitarlo ad impugnarla. Tutti i deputati dell’opposizione, peraltro, nel corso dei loro interventi, nel dirsi contrari all’abolizione delle province, si sono detti disponibili ad approvare una legge alternativa che ne riducesse il costo, diminuendo il numero dei consiglieri e le relative indennità. A questi ultimi ha replicato Crocetta, ricordando che sarebbero potuti intervenire prima e che in ogni caso bisogna incominciare a dare l’esempio, riducendo gli stipendi e le indennità dei parlamentari ed anche dei funzionari dell’Ars, che dovranno essere adeguati a quelli dei funzionari della Regione. Nel dibattito, per manifestare voto contrario, sono intervenuti i deputati Giorgio Assenza, Vincenzo Vinciullo, Roberto Di Mauro, Bernardette Grasso, Giovanni Lo Sciuto, Girolamo Fazio, Marco Falcone, Salvimo Caputo, Totò Cascio, Nello Musumeci, Totò Cordaro, Toti Lombardo, Antonino D’Asero, Pippo Gianni e Santi Formica. A favore della legge, invece, sono intervenuti i deputati Giovanni Panepinto, Francesco Rinaldi, Totò Lentini, Michele Cimino, Francesco Cappello, Antonello Cracolici, Pino Laccoto, Giuseppe Digiacomo, Giuseppe Lupo, Antonio Malafarina, Alice Anselmo, Giovanni Greco, Emanuele Dipasquale, Giovanni Digiacinto, Calogero Firetto, Lino Leanza, Giancarlo Cancelleri e Baldo Gucciardi. Il provvedimento per abolire le Province è una scelta politica giusta e positiva, che la Cisl condivide”. A dirlo è Maurizio Bernava, segretario generale regionale Cisl, che da Siracusa dove ha parlato al congresso della nuova Cisl unificata di Ragusa- Siracusa, interviene sul tema della soppressione degli enti locali intermedi, rivendicata da tempo dal sindacato. Bernava pone l’accento sui passaggi che dovranno seguire, “immediatamen - te”, al varo della legge di adozione. Perché fatta la legge, “è urgentissimo - afferma - emanare un provvedimento attuativo coerente, che indichi modalità e tempi nei quali personale e servizi in capo alle Province, dovranno essere trasferiti a Comuni e Regione”. Questo passaggio, per la Cisl, “va accompagnato” con il confronto con le organizzazioni dei lavoratori. “È questo passaggio – avver - te il segretario –il cuore della strategia di superamento delle Province”. Bisogna evitare, incalza Bernava, il rischio che la costituzione di consorzi di Comuni, sia pure di natura non elettiva, finisca col degenerare in una “molti - plicazione di nuovi enti intermedi”. Pertanto, “confidiamo – ripe - te – che il presidente Crocetta ci convochi subito, per dare rapidamente soluzione, assieme, a una vicenda per la quale tutto il Paese ci sta guardando”.“La decisione di abolire le Province Regionali lasciando spazio, in logica sussidiaria, all’autodeterminazione dei Comuni, costituisce un passo avanti verso l’ammodernamento istituzionale in Sicilia”. Lo affermano in una nota unitaria il presidente di Confcooperative Sicilia, Gaetano Mancini; e di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo. “La semplificazione della rappresentanza istituzionale – dicono i due presidenti - rappresenta una direzione obbligata per riavvicinare il cittadino alla politica e alleistituzioni. Adesso occorre, con coraggio, proseguire lungo questa strada, affrontando i tanti punti di debolezza ancora esistenti nel nostro sistema istituzionale caratterizzato da farraginosità e troppo spesso autoreferenziale”. “Si smantellino i sistemi di intermediazione del consenso, basati sullo sfruttamento del bisogno, per offrire ai cittadini siciliani una alternativa di dignità e di sviluppo. Si riducano, insomma, le spese improduttive e parassitarie per concentrarsi in un disegno di sviluppo che valorizzi le tante risorse siciliane. La cooperazione – concludono - è pronta a fare la propria parte”.Marco Forzese: “La rivoluzione deve continuare oltre l’abolizione delle province. Già domani ho convocato la I commissione Ars alle 15,00 per esaminare il ddl che istituisce la doppia preferenza di genere nelle elezioni comunali.
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