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venerdì 31 maggio 2013
Il Tar Sicilia ha condannato l'Assemblea regionale siciliana a risarcire 10 mila euro all'ex deputato Antonio D'Aquino (Pdl). Sarebbe stato danneggiato dalla commissione verifica poteri dell'Ars durante il 'caso' del doppio incarico di Giuseppe Buzzanca (Pdl)
Il Tar della Sicilia ha condannato l'Assemblea regionale siciliana a risarcire 10 mila euro all'ex deputato Antonio D'Aquino (Pdl), danneggiato dal modo con cui la commissione verifica poteri dell'Ars ha gestito nella scorsa legislatura il 'caso' Giuseppe Buzzanca (Pdl), che allora ricopriva il doppio incarico di parlamentare e sindaco di Messina. La commissione l'11 gennaio del 2012 'salvo' Buzzanca considerando compatibile il doppio ruolo nonostante la Consulta si fosse già espressa in modo contrario. Il voto spaccò la commissione: 5 i voti a favore dell'incompatibilità (i quattro componenti del Pd e il deputato del Mpa), 4 quelli contrari (Pdl e Pid) e un astenuto, l'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio (Pdl) che per regolamento equivale al voto contrario. Accogliendo la tesi dei legali di D'Aquino, i giudici contestano alla Commissione parlamentare di aver perso troppo tempo nell'affrontare il 'caso Buzzanca' (il regolamento prevede un anno da eventuale ricorso) e soprattutto di non avere trasmesso la relazione all'Assemblea, che cinque mesi dopo dichiarerà Buzzanca decaduto dalla carica di deputato. D'Aquino aveva chiesto 11 mila euro di danni (pari all'indennità parlamentare) per ogni mese di mancato esercizio delle sue funzioni di parlamentare, ma i giudici hanno stabilito un risarcimento complessivo di 10 mila euro, compensando le spese processuali. Gli uffici dell'Ars sono in attesa della notifica della sentenza. (ANSA).
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