Nasce “L’Italia migliore”, il movimento che si muove e interpreta la voglia di cambiamento rappresentata da 5 Stelle, rimasta nel cassetto a causa “dell’inerzia politica e programmatica”. L’iniziativa è di Antonio Venturino, vice presidente dell’Assemblea regionale siciliana, messo fuori da Beppe Grillo.
“E’ un soggetto nuovo che corrisponde ad una esigenza forte di dare voce al bisogno di cambiare le cose nel Paese – spiega Venturino -. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, metterci la faccia, proporre e contrattare il da farsi, abbiamo bruciato quattro mesi, avremmo dovuto governare il Paese, invece lo abbiamo riconsegnato a Berlusconi, che l’aveva distrutto”.
Perché nasce “L’Italia migliore”, vice presidente Venturino?
“La risposta è semplice: 5 Stelle non ha fatto il suo mestiere, non è diventato un soggetto politico. Un nonsenso, nella storia della Repubblica non era mai avvenuto che al debutto un partito ricevesse un terzo dei consensi”.
“L’Italia migliore” dovrebbe sostituire il Movimento 5 Stelle?
“No, l’Italia migliore deve fare ciò che il Movimento 5 Stelle non fa, deve interpretare la voglia di cambiamento. Un movimento che sta fermo è un ossimoro…”.
Lei crede fermamente che questa esigenza sia sentita? Sia fra i militanti e i parlamentari del Movimento 5 Stelle, sia nell’elettorato?
“Certo che c’è. M5S ha tradito il mandato dell’elettorato ed è stato punito alle amministrative. Non ha perso, è sprofondato”
Quali errori sono stati commessi?
“Non essere diventati interlocutori politici, di esserci chiusi a riccio. Di avere scelto la rappresentanza parlamentare con metodi sbagliati. La Rete non basta: non si sa come si sceglie e chi si sceglie. La rappresentanza parlamentare si è rivelata debole. Ma non solo: l’azione dei leader nei confronti dei parlamentari è apparsa delegittimante”.
Per quale ragione?
“Viene esercitato un controllo asfissiante sulle persone: tu devi fare questo, tu devi dire questo… Le risorse umane migliori sono state così soffocate”.
Né progetto, né politica, né uomini e donne abilitati a fare la loro parte…
“Più o meno è questo che è accaduto. Io avevo avvertito questi problemi sin dal primo giorno: il successo siciliano non mi ha ubriacato, sapevamo che il consenso guadagnato, quei quindici deputati regionali, non era “nostro” per intero: era protesta, una scelta dettata dal malessere, dal malcontento, dalla voglia di cambiare rotta, partendo dall’Isola. Dapprima abbiamo lavorato bene e abbiamo lanciato un messaggio al Paese alla vigilia delle politiche: su di noi si può contare, non siamo solo protesta ma proposta. Poi, dopo il 25 febbraio, è cambiato tutto”
Che cosa è avvenuto?
“È avvenuto per esempio che i nostri due capigruppo parlamentari, Lombardi e Crimi, incontrano Pierluigi Bersani, e c’è l’ormai celebre battuta su Ballarò. Sarcasmo, rifiuto del dialogo. Avremo dovuto spiegare in streaming ciò che volevamo ed ascoltare le risposte, sono sicuro che sarebbe nato un buon governo ed avremmo fatto quel che dicevamo. Invece abbiamo resuscitato Berlusconi, il nostro vero avversario”.
La sua iniziativa, il nuovo soggetto politico, sarà l’avanguardia della diaspora?
“Non è solo un segnale, è un contenitore politico, una scommessa, uno strumento che permetta di fare ciò che il M5S non ha finora fatto, impegnarsi concretamente per il cambiamento. Per ora c’è lo sbando. Mai una conferenza nazionale, un’assemblea nazionale in cui discutere i grandi temi del Paese per condividerli, stabilire linee d’intervento, strategie e potere così, dialogare con i nostri interlocutori naturali, il centrosinistra, forti di un mandato politico…”
Lei è ottimista, dunque, sul successo de “L’Italia migliore”?
“Confido nella passione politica di coloro che hanno scelto il M5S e che oggi vivono con disagio, frustrazione, delusione i risultati elettorali, e temono che il M5S sia una meteora. Ora, se vogliono continuare a dibattere di scontrini e ricevute facciano pure, ma così non si va da nessuna parte”.
Lei è pessimista?
“Non si tratta di pessimismo, ma di realismo. La botta elettorale è stata pesantissima, ciò che sento è davvero paradossale. Invece che capire dove si è sbagliato, si dà la croce agli italiani che non ci hanno votato, sono rimasti a casa o tornati nel Pd”.
Parte dalla Sicilia la riscossa stellata? Lo spirito di ottobre 2012…
“Il modello siciliano, certo. Fu un approccio utile e intelligente, poi l’hanno seppellito”.
“E’ un soggetto nuovo che corrisponde ad una esigenza forte di dare voce al bisogno di cambiare le cose nel Paese – spiega Venturino -. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, metterci la faccia, proporre e contrattare il da farsi, abbiamo bruciato quattro mesi, avremmo dovuto governare il Paese, invece lo abbiamo riconsegnato a Berlusconi, che l’aveva distrutto”.
Perché nasce “L’Italia migliore”, vice presidente Venturino?
“La risposta è semplice: 5 Stelle non ha fatto il suo mestiere, non è diventato un soggetto politico. Un nonsenso, nella storia della Repubblica non era mai avvenuto che al debutto un partito ricevesse un terzo dei consensi”.
“L’Italia migliore” dovrebbe sostituire il Movimento 5 Stelle?
“No, l’Italia migliore deve fare ciò che il Movimento 5 Stelle non fa, deve interpretare la voglia di cambiamento. Un movimento che sta fermo è un ossimoro…”.
Lei crede fermamente che questa esigenza sia sentita? Sia fra i militanti e i parlamentari del Movimento 5 Stelle, sia nell’elettorato?
“Certo che c’è. M5S ha tradito il mandato dell’elettorato ed è stato punito alle amministrative. Non ha perso, è sprofondato”
Quali errori sono stati commessi?
“Non essere diventati interlocutori politici, di esserci chiusi a riccio. Di avere scelto la rappresentanza parlamentare con metodi sbagliati. La Rete non basta: non si sa come si sceglie e chi si sceglie. La rappresentanza parlamentare si è rivelata debole. Ma non solo: l’azione dei leader nei confronti dei parlamentari è apparsa delegittimante”.
Per quale ragione?
“Viene esercitato un controllo asfissiante sulle persone: tu devi fare questo, tu devi dire questo… Le risorse umane migliori sono state così soffocate”.
Né progetto, né politica, né uomini e donne abilitati a fare la loro parte…
“Più o meno è questo che è accaduto. Io avevo avvertito questi problemi sin dal primo giorno: il successo siciliano non mi ha ubriacato, sapevamo che il consenso guadagnato, quei quindici deputati regionali, non era “nostro” per intero: era protesta, una scelta dettata dal malessere, dal malcontento, dalla voglia di cambiare rotta, partendo dall’Isola. Dapprima abbiamo lavorato bene e abbiamo lanciato un messaggio al Paese alla vigilia delle politiche: su di noi si può contare, non siamo solo protesta ma proposta. Poi, dopo il 25 febbraio, è cambiato tutto”
Che cosa è avvenuto?
“È avvenuto per esempio che i nostri due capigruppo parlamentari, Lombardi e Crimi, incontrano Pierluigi Bersani, e c’è l’ormai celebre battuta su Ballarò. Sarcasmo, rifiuto del dialogo. Avremo dovuto spiegare in streaming ciò che volevamo ed ascoltare le risposte, sono sicuro che sarebbe nato un buon governo ed avremmo fatto quel che dicevamo. Invece abbiamo resuscitato Berlusconi, il nostro vero avversario”.
La sua iniziativa, il nuovo soggetto politico, sarà l’avanguardia della diaspora?
“Non è solo un segnale, è un contenitore politico, una scommessa, uno strumento che permetta di fare ciò che il M5S non ha finora fatto, impegnarsi concretamente per il cambiamento. Per ora c’è lo sbando. Mai una conferenza nazionale, un’assemblea nazionale in cui discutere i grandi temi del Paese per condividerli, stabilire linee d’intervento, strategie e potere così, dialogare con i nostri interlocutori naturali, il centrosinistra, forti di un mandato politico…”
Lei è ottimista, dunque, sul successo de “L’Italia migliore”?
“Confido nella passione politica di coloro che hanno scelto il M5S e che oggi vivono con disagio, frustrazione, delusione i risultati elettorali, e temono che il M5S sia una meteora. Ora, se vogliono continuare a dibattere di scontrini e ricevute facciano pure, ma così non si va da nessuna parte”.
Lei è pessimista?
“Non si tratta di pessimismo, ma di realismo. La botta elettorale è stata pesantissima, ciò che sento è davvero paradossale. Invece che capire dove si è sbagliato, si dà la croce agli italiani che non ci hanno votato, sono rimasti a casa o tornati nel Pd”.
Parte dalla Sicilia la riscossa stellata? Lo spirito di ottobre 2012…
“Il modello siciliano, certo. Fu un approccio utile e intelligente, poi l’hanno seppellito”.
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