La filiera è lunga, i bisogni molteplici, le risorse molto “monitorate”. I media si riposizionano – cartacei, tv e online – per competere. Non ci sono ricchi e poveri, si riparte da zero. Tutti uguali ai nastri di partenza? Non esageriamo, nemmeno per sogno, la selezione è stata fatta e chi si è preso la fetta di torta più importante gode di indubbio vantaggio, perché sta meglio nel mercato. Più mezzi, più credito, più amici e protettori. Gli altri arrancano o “auspicano”.
Che cosa? Prevale il gossip, si cerca di indovinare chi sostituirà la vecchia cabina di regia, quella vera esterna-interna al Palazzo, non la finta, di facciata, mai nata. Si fa qualche nome e si considera il contesto (verso le larghe intese). C’è la fatica di capire e decrittare.
Intanto si attende l’esito dell’inchiesta sui Grandi Eventi che ha fatto emergere, finora, il ruolo importante di Fausto Giacchetto, Faustino per gli amici. Quando esplose la vicenda, a causa dell’esposto di un imprenditore escluso da una gara di appalto, se ne dissero e scrissero di tutti i colori. Entrarono per pochi giorni nel girone degli indiziati personaggi di primo piano della politica siciliana, con arredo di garconnière e splendide escort provenienti dall’Europa dell’Est.
Fra gli addetti ai lavori, invero, non si meravigliò nessuno. Qualche osservazione sulla mancanza di cautela, sullo sprezzo del pericolo, sull’ingordigia, nulla di più. Critica e compiacimento insieme, come si conviene negli ambienti abitati da gente con il pelo sullo stomaco.
Quella stagione pare abbondantemente chiusa ma, spiega qualcuno, può ricominciare con un altro direttore d’orchestra. Stentiamo a crederci, anzi siamo indotti ad escluderlo per molte ragioni. Tuttavia dobbiamo ricordare che sono stati pronunciati tanti verdetti di condanna, magari prematuri, come nel caso del Ciapi, distributore automatico di pubblicità inutile stando ad autorevoli denunce politiche, e poi non si è più capito niente. Salvato il personale – ed era giusto che così fosse – ma anche il resto? Verrà restituito il mal tolto alla Regione?
Per capire come andavano le cose, sempre che interessi a qualcuno, basta sfogliare qualche rivista siciliana (cartacea), che accoglie più di quaranta pagine di pubblicità istituzionale in un solo numero. Una rivista cui, presumibilmente, era stata affidata una missione impossibile – portare i turisti in Sicilia distribuendola nelle principali edicole di Palermo e dintorni – ed una possibile: incoraggiare la formazione di giovani in cerca di lavoro, per permettere l’apertura di corsi molto utili a coloro che li organizzavano, e promuovere l’immagine dei leaders rampanti dell’Isola.
L’inchiesta della Procura di Palermo è al giro di boa. Se ne sta occupando la Guardia di Finanza, che ha grande dimestichezza con questa materia. Le Fiamme Gialle hanno segugi di prim’ordine non addomesticabili. Più che inseguire escort e garconnière, studiano i conti e raffinate modalità di affidamento delle commesse.
La politica è un’altra cosa. Più duttile e cauta.
Che cosa? Prevale il gossip, si cerca di indovinare chi sostituirà la vecchia cabina di regia, quella vera esterna-interna al Palazzo, non la finta, di facciata, mai nata. Si fa qualche nome e si considera il contesto (verso le larghe intese). C’è la fatica di capire e decrittare.
Intanto si attende l’esito dell’inchiesta sui Grandi Eventi che ha fatto emergere, finora, il ruolo importante di Fausto Giacchetto, Faustino per gli amici. Quando esplose la vicenda, a causa dell’esposto di un imprenditore escluso da una gara di appalto, se ne dissero e scrissero di tutti i colori. Entrarono per pochi giorni nel girone degli indiziati personaggi di primo piano della politica siciliana, con arredo di garconnière e splendide escort provenienti dall’Europa dell’Est.
Fra gli addetti ai lavori, invero, non si meravigliò nessuno. Qualche osservazione sulla mancanza di cautela, sullo sprezzo del pericolo, sull’ingordigia, nulla di più. Critica e compiacimento insieme, come si conviene negli ambienti abitati da gente con il pelo sullo stomaco.
Quella stagione pare abbondantemente chiusa ma, spiega qualcuno, può ricominciare con un altro direttore d’orchestra. Stentiamo a crederci, anzi siamo indotti ad escluderlo per molte ragioni. Tuttavia dobbiamo ricordare che sono stati pronunciati tanti verdetti di condanna, magari prematuri, come nel caso del Ciapi, distributore automatico di pubblicità inutile stando ad autorevoli denunce politiche, e poi non si è più capito niente. Salvato il personale – ed era giusto che così fosse – ma anche il resto? Verrà restituito il mal tolto alla Regione?
Per capire come andavano le cose, sempre che interessi a qualcuno, basta sfogliare qualche rivista siciliana (cartacea), che accoglie più di quaranta pagine di pubblicità istituzionale in un solo numero. Una rivista cui, presumibilmente, era stata affidata una missione impossibile – portare i turisti in Sicilia distribuendola nelle principali edicole di Palermo e dintorni – ed una possibile: incoraggiare la formazione di giovani in cerca di lavoro, per permettere l’apertura di corsi molto utili a coloro che li organizzavano, e promuovere l’immagine dei leaders rampanti dell’Isola.
L’inchiesta della Procura di Palermo è al giro di boa. Se ne sta occupando la Guardia di Finanza, che ha grande dimestichezza con questa materia. Le Fiamme Gialle hanno segugi di prim’ordine non addomesticabili. Più che inseguire escort e garconnière, studiano i conti e raffinate modalità di affidamento delle commesse.
La politica è un’altra cosa. Più duttile e cauta.
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