Cerca nel blog

giovedì 16 maggio 2013

TEATRI DI GUERRA: SICILIA MALEDETTAMENTE VICINA. ESERCITAZIONI TERRA-ARIA, MARINES A SIGONELLA

(da siciliainformazioni) Aereo militare spagnolo scompare dai radar e per ore  silenzio assoluto. Forse è un falso allarme, forse no. Le motovedette della Guardia costiera perlustrano il mare antistante le Eolie, mentre parte un velivolo della marina per cercare qualche segno sullo specchio di acque antistante le isole
La notizia dello svolgimento di esercitazioni militari sul Tirreno non viene confermata. Appena due giorni prima arriva a Sigonella un folto contingente di marines, 500 a quanto pare. Nessuna nota ufficiale. Si tratterebbe di una forza di pronto intervento trasferita da una base spagnola – l’aereo militare scomparso sarebbe spagnolo – in Sicilia. Solo ipotesi sull’improvvisa decisione del Dipartimento di Stato americano, l’attentato di Bengasi, costata la vita a decine di uomini, e il ricordo, ancora vivo negli Stati Uniti, dell’attentato che provocò la morte dell’ambasciatore americano in Libia. Gli Usa non vogliono essere colti di sorpresa: in caso di necessità interverranno in forze in Libia per impedire attacchi ai loro connazionali.
L’attentato di Bengasi è stato compiuto in concomitanza di un altro grave episodio ai confini fra la Turchia e la Siria, che ha provocato la morte di 49 cittadini turchi. I sospetti sono caduti sul regime siriano di Assad, che avrebbe voluto vendicarsi degli aiuti offerti dai turchi ai ribelli. Erdogan, tuttavia, non ha reagito. Non vuole farsi coinvolgere nel “pantano” siriano, ma ha assunto una iniziativa che potrebbe avere importanti conseguenze sul teatro Mediterraneo, la richiesta di un coinvolgimento della Nato. La Turchia non punirà il regime siriano, ma sarà affidata all’Alleanza Atlantica la risposta, dura e immediata, in caso di necessità. I caccia israeliani hanno già centrato depositi di armi in territorio siriano. Un’anticipazione di quel che potrebbe accadere.
La terza “gamba” del problema è l’Iran, che protegge il regime siriano, e potrebbe disporre di armi nucleari, se non si intervenisse per tempo.
Il Medio Oriente e la vicina costa libica sono il teatro di possibili operazioni militari, che potrebbero vedere, come altre volte, la Sicilia in prima linea. Da Sigonella e Birgi si raggiunge la Libia in meno di un’ora: una forza d’intervento può svolgere con tempestività i suoi compiti.
Che l’Isola sia stata attrezzata nel tempo per compiti militari di primissimo piano, non è un mistero. C’è semmai da chiedersi perché da qualche tempo a questa parte si sono svolti esercitazioni, terrestri e aerei, che hanno pochi precedenti.  Da mesi elicotteri Black Hawk e contingenti militari si esercitano all’interno dell’Isola, nell’Agrigentino, nel corleonese, a Contessa Entellina e Punta Bianca.
Nel porto di Augusta, a Sigonella e Birgi la Nato, gli Usa, esprimono il massimo del loro potenziale militare. E presto potrebbero contare sui grandi radar di Niscemi, se verrà superato il contenzioso locale. C’è chi ritiene, non a torto, che occorre considerare come ineluttabile un ruolo militarmente più esposto della Sicilia sul teatro mediorientale.
I pericoli per l’Europa e per la pace vengono proprio dal triangolo Libia-Siria-Iran. L’amministrazione americana, dopo molti tentennamenti, durante la visita di Obama, ha assicurato Israele sulla sua “comprensione” per la sicurezza e gli interessi israeliani nel Medio Oriente, ottenendo una maggiore cautela da parte del governo nelle iniziative militari e la ripresa delle trattative con i palestinesi.
Gli Usa, dunque, dedono essere anche fisicamente più vicini al medio Oriente.Che in Sicilia si sia all’oscuro di tutto non meraviglia, in considerazione del livello con il quale le strategie militari vengono decide e attuate, ma è sorprendente che sulle esercitazioni, terrestri, militari e marittime, non si abbia alcuna informazione. Il silenzio, infatti, crea sospetti e incute timori.
Le interrogazioni parlamentari – una di destra, in Sicilia, e l’altra di sinistra, a Roma - affrontano la questione, anche come “abuso” di sovranità. Certo, c’è anche questo, ma alzare i toni su questo elemento, la sovranità, in un Paese che, per accordi internazionali, ospita un arsenale di guerra micidiale, appare irrealistico.
C’è piuttosto da chiedersi che cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi. Nessuno crede di stare sopra un vulcano in eruzione, ma nessuno pensa di essere lontano dai guai. La Sicilia è maledettamente vicina ai teatri di guerra.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.