AGI) - Palermo, 14 mag. - Monta la rivolta dei Comuni siciliani dopo i tagli ai trasferimenti decisi dalla legge di stabilita' regionale approvata dall'Ars all'alba del primo maggio. Domani, Festa dell'Autonomia siciliana, bandiere a mezz'asta in tutti i municipi. Ammontano a 200 milioni di euro, denuncia l'Anci Sicilia, il colpo di scure inferto da Palazzo d'Orleans. "Tagli irragionevoli", incalzano i sindaci che si sentono strangolati dalla manovra: hanno proclamato lo stato d'agitazione e annunciato che impugneranno la parte della finanziaria sull'addizionale alle accise dell'energia elettrica. E' solo l'inizio. Cosi', e' pronta una nota per i prefetti dell'Isola per informarli che "in questa drammatica situazione non sono in grado di garantire un minimo di coesione sociale". Il consiglio dell'Anci Sicilia ha anche approvato un ordine del giorno in cui si chiede all'esecutivo guidato da Rosario Crocetta di provvedere al riequilibrio del fondo, riportandolo quantomeno ai parametri approvati nel 2012. "Dopo l'impugnativa del commissario dello Stato - ha spiegato Giacomo Scala, presidente dell'Associazione dei comuni siciliani - vogliamo ancora una volta lanciare il nostro grido d'allarme per cio' che riguarda i tagli irragionevoli al Fondo per le Autonomie locali, impoverito di circa 200 milioni di euro, mettendo in ginocchio il sistem". Al governo regionale chiederemo, quindi, un nuovo documento finanziario che aiuti i comuni a risollevarsi". Chiesto un incontro urgente, mentre mercoledi' l'associazione avviera' un dialogo con gli assessori regionali competenti per chiudere l'accordo sul patto di stabilita'. In cinque anni il Fondo delle autonomie locali - e' l'esito di uno studio dell'Anci - e' stato quasi dimezzato. Dai 913 milioni del 2009 ai 506 milioni del 2013; pertanto nel quinquennio i trasferimenti regionali sono diminuiti di 407 milioni di euro (-44,5%), "aprendo in molti casi al dissesto finanziari", lancia l'allarme il segretario generale dell'Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano. In particolare, per quanto riguarda gli stanziamenti previsti per il 2013, la quantificazione del fondo in 651 milioni di euro "rappresenta un dato puramente nominale": e' infatti il risultato di una "inappropriata somma di risorse di diversa natura, risorse che in passato venivano erogate al di fuori del Fondo". In particolare l'importo di 101 milioni relativo alla compensazione a seguito della soppressione dell'addizionale comunale e provinciale dell'accise sull'energia elettrica e i 44 milioni destinati alle Province (le quali, peraltro, nell'ultimo triennio non hanno subito una flessione significativa: 45 milioni nel 2011, 50 milioni nel 2012 e 44 milioni nel 2013), rappresentano due voci che - come e' avvenuto negli anni passati - non hanno motivo di essere sommate ai trasferimenti ordinari destinati ai comuni.
Riguardo alla compensazione dell'addizionale all'accise dell'energia elettrica destinata ai Comuni, anche in questo caso la dotazione prevista "appare assolutamente inadeguata e in contrasto con quanto previsto dalla legge", prosegue Alvano.
Il Fondo delle autonomie locali, epurato dalle due voci relative alla compensazione per l'addizionale e al trasferimento per le province, per il 2013 e' costituito da appena 506 milioni di euro, ben 145 milioni in meno del 2012.
Se a cio' si aggiunge la riduzione di 50 milioni della compensazione ai comuni a seguito della soppressione dell'addizionale all'accise sull'energia elettrica, rispetto al 2012 il taglio complessivo delle risorse destinate ai comuni per il 2013 e' di 195 milioni di euro. "Lo scorso mese di dicembre - ha aggiunto Calogero Pumilia, sindaco di Caltabellotta e componente del direttivo dell'Anci Sicilia - i sindaci siciliani, riuniti in assemblea, hanno incontrato il presidente Crocetta ottenendo dallo stesso rassicurazioni in merito al fondo che non sarebbe stato toccato. Ma alla fine ci troviamo con una Finanziaria da contestare soprattutto sulle accise che consideriamo un vero e proprio scippo dal punto di vista contabile, dal momento che la Regione dovrebbe limitarsi a riceverle per poi versarle interamente nelle casse dei comuni. Invece, sulle accise la Regione opera dei tagli. Ci avevano anche assicurato che i criteri di riparto del fondo non sarebbero stati modificati, per quanto riguarda i comuni al disotto dei 5 mila abitanti, senza una simulazione e senza una valutazione concordata, ma cosi' non e' stato". (AGI) .
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