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mercoledì 15 maggio 2013

CROCETTA DIFENDE IL GOVERNO A SPADA TRATTA “TABELLA H? RIMODULARE LE RISORSE”

di Chiara Billitteri -
La Sicilia dipinta dal presidente della Regione Rosario Crocetta è un’isola che non vuole cambiare. Troppo avvezza ad abitudini del passato, come le continue proteste dei lavoratori. Davanti la presidenza della Regione, infatti, anche oggi qualcuno manifestava contro l’azione del governo: questa volta (ancora una volta) erano i lavoratori della Formazione, quelli degli sportelli multifunzionali. Ma Crocetta ha riferito di un incontro con i sindacati in cui ha cercato di spiegare che le garanzie occupazionali, in realtà, ci sono e ci saranno, anche con la riforma della Formazione.
“Gli scioperi e le proteste sono immotivati – ha detto il presidente della Regione – , sinceramente non li capiamo. Tutti gridano ‘a lupo a lupo’, ma chi è che è stato licenziato finora? Abbiamo garantito la continuità lavorativa, e dopo il chiarimento con la Corte dei Conti, i dipendenti potranno anche percepire le somme arretrate”. Ma non si tratta solo della Formazione. “Ce ne hanno dette di tutti i colori”, ha lamentato il governatore: “Quando abbiamo proposto l’accorpamento dell’Ircac all’Irfis, o quando abbiamo chiesto una sospensione temporanea del finanziamento al Bellini per indagare sui 140 amministrativi che ci lavorano e non si capisce cosa fanno. Per non parlare del ticket di solidarietà. Ma bisogna distinguere le critiche che hanno un fondamento da quelle interessate, e le tasse non possono essere un tabu’. Basta che non colpiscano gli strati sociali più deboli”.
Insomma, adesso è arrivato il momento di abbandonare le vecchie abitudini e guardare ad una nuova “strada della responsabilità: basta con questa consuetudine di protestare un giorno, per poi trattare il giorno dopo”.
D’altro canto, a sentire il governatore, “questa è la migliore finanziaria degli ultimi vent’anni.La più veritiera. Garantisce un bilancio in equilibrio e non fa macelleria sociale”. Ma può essere senz’altro migliorata. A partire dagli articoli impugnati “legittimamente”, come specificato da Crocetta, dal commissario dello Stato.
Per esempio, quello sul finanziamento agli enti della ex Tabella H. Il governo non la voleva, il parlamento nemmeno, eppure il finanziamento di 25 milioni è passato, salvo poi essere bocciato dal prefetto Carmelo Aronica. E per recuperare quei soldi, adesso, bisognerà fare una manovra di bilancio cui seguirà l’istituzione di bandi per ricevere il contributo. Nei giorni scorsi il governo aveva parlato di due tipi diversi di bandi, che avrebbero fatto riferimento a due diversi fondi: uno per gli enti socio-assistenziali e l’altro per quelli culturali. Ma oggi Crocetta non ha confermato ne’ smentito questa ipotesi, e ha accennato esclusivamente alla possibilità che alcuni enti non potranno accedere nemmeno alla selezione. “Ci sono tante schifezze dentro quella Tabella – ha detto il presidente della Regione – ma anche tante associazioni e istituzioni meritevoli. Bisogna rimodulare le risorse. Per esempio, l’istituto dei ciechi va affidato all’istruzione”. E sulla disciplina, il governatore ha assicurato piena collaborazione con il Partito Democratico, che sarà, a quanto dice, “il primo partito che voterà la legge che regolamenta i contributi”.
In Assemblea, poi, verrà presentato anche un disegno di legge per l’abbassamento della tassa sugli idrocarburi, una tassa prevista in finanziaria e che lo stesso Crocetta ha definito “pesante”.
E dopo le proteste dell’Anci Sicilia per il taglio al fondo per le Autonomie Locali, l’assessore all’Economia Luca Bianchi ha spiegato che il taglio complessivo è dell’8% rispetto al 2012. “Ma essere nostalgici del 2012 non vi conviene – ha continuato l’assessore – perché quelli erano soldi virtuali, quest’anno sono soldi veri”.
E sono, per la precisione, 94 milioni, che vengono dal decreto legge 35 destinato a Comuni e Province. Di questi, 64 milioni saranno per i Comuni, 29 per le Province, e serviranno per pagare i dipendenti. Ma non è finita qui: per effetto del patto di stabilità verticale, infatti, ci sono in arrivo 230 milioni che cedono spazio alle spese dei Comuni, per azzerare ‘l’impatto’ del patto di stabilità.
E a chi critica la finanziaria il governo risponde per le rime: non una manovra “lacrime e sangue, ma una manovra di risanamento con poche lacrime e niente sangue”, ha detto Bianchi, e se qualcuno crede che si sia guardato poco a imprese e sviluppo “sappia che i provvedimenti per le imprese sono già stati presi a dicembre, con i 6 miliardi della programmazione europea, il piano di azione e coesione e il patto dei sindaci”. “Ma lo sviluppo – avverte l’assessore all’Economia – non si fa con le leggi”.

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