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venerdì 17 maggio 2013

Sbancamenti al Cappero. Dopo Legambiente interviene il Codacons


COMUNICATO STAMPA
In ordine ai lavori denunciati da Legambiente nella località Cappero interviene il Codacons precisando quanto segue. Dalla foto pubblicata on line sui siti giornalistici locali sembra evincersi che i lavori a valle dovrebbe rientrare nella zona TO1 del Piano Territoriale Paesistico. Ai sensi dell’art. 13  del precitato piano nelle zone TO1 le attività compatibili in regime di recupero sono: attività agrituristica nel rispetto della normativa di settore vigente, senza aumento di volumetria, fatto salvi limitati ampliamenti per attrezzature igienico-sanitarie, ove non esistenti; restauro e compatibilizzazione paesistica dei detrattori; recupero sentieristica storica; recupero edilizio senza ampliamento e senza variazione tipologica, fatti salvi limitati ampliamenti per attrezzature igienico-sanitarie, ove non esistenti.
Le attività non compatibili sono:  attività estrattiva; attività residenziale, residenziale turistica, extra-alberghiera, attività ricettiva alberghiera, campeggi, ove non esercitate in strutture già esistenti; nuove infrastrutture, servizi per funzioni pubbliche; demolizione e ricostruzione dei ruderi esistenti; recupero edilizio con variazione d'uso che comporta ampliamenti e variazione tipologica; nuova edificazione. Dalla foto sembra che, con riferimento all’intervento posto a valle, si sia effettuata una nuova edificazione accanto alla villa già esistente e che si stiano realizzando degli sbancamenti. L’intervento realizzato a monte, invero, sembrerebbe rientrare nella zona RES. Ai sensi dell’art. 34 del PTP il RES è il regime di restauro paesistico areale con indicazione delle tipologie di detrattori da compatibilizzare.
In tale area sono compatibili solo in regime di recupero le seguenti attività: recupero sentieristica storica; restauro o compatibilizzazione paesistica dei detrattori; recupero edilizio senza ampliamento e senza variazione tipologica, fatti salvi limitati ampliamenti per attrezzature igienico-sanitarie, ove non esistenti; servizi per funzioni pubbliche entro edilizia di recupero. Le attività non compatibili sono: attività estrattiva; attività residenziale + turistico-alberghiera + extra-alberghiera, ove non esercitate in strutture già esistenti; recupero edilizio con variazione d'uso che comporta ampliamenti e variazione tipologica; nuove infrastrutture; nuove edificazioni. Appare quindi necessario se si stia realizzando o meno una nuova edificazione o comunque un recupero edilizio con ampliamento. Dalla lettura del PTP, inoltre, sembrerebbe che non sia compatibile l’attività residenziale ove non esercitata in strutture già esistenti  nonché la variazione tipologiche e  dunque la presenza di un rudere mai destinato ad abitazione ma per esempio a magazzino non dovrebbe permettere un recupero/ristrutturazione  per uso residenziale.
Va altresì osservato che il PRG prevede che gli ampliamenti per l’eventuale realizzazione di attrezzature igienico sanitarie ove non esistenti (dizione che dovrebbe limitarsi al solo bagno) sono limitati in  20 metri cubi (pari ad una superficie di  circa 7 mq). Si soggiunge, infine, che l’intera area del Cappero rientra nell’ambito della zona ZPS (Zona a Protezione Speciale) ed è un sito SIC.(Sito di Importanza Comunitaria). Dalla foto, inoltre, sembra che si stiano effettuando degli sbancamenti. Nelle zone protette, inoltre, tra le quali dovrebbe rientrare la zona ZPS del Cappero, la legge prevede che sono vietatel'esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi mutamento dell'utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant'altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici.
Si allegano per eventuali raffronti una foto scannerizzata tratta da “Sicilia e le Isole Minori Le spiagge e le coste più belle” edizioni Istituto Geografico de Agostini 2005 – 2007 con una bella visuale dell’area del Cappero e delle foto dell’area scattate negli anni 2011/2012 ove sembra evincersi un notevole mutamento del paesaggio. Si auspica quindi,  - conclude l’avv. Antonio Cardile Presidente del Codacons Messina -  che trovi accoglimento l’appello di Legambiente e siano attentamente verificati i lavori eseguiti negli ultimi anni nella zona del Cappero

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