Cerca nel blog

domenica 7 luglio 2013

Giacomantonio risponde a Sidoti sulla trasparenza on line

Caro Angelo Sidoti,
non capisco dove sia la contraddizione che rileva fra quanto io ho affermato e quanto afferma il dott. Subba. La trasparenza on line è una grande rivoluzione prima ancora culturale che strumentale e non è problema che si possa risolvere con la bacchetta magica perché investe comportamenti sedimentati, modi di lavorare, le difficoltà degli uffici sempre carenti di personale, sempre in affanno con le scadenze. Una decina di anni fa ebbi ad occuparmi di controllo di gestione negli enti locali: seguii alcune esperienze fra cui quella di Reggio Calabria, scrissi un libro per il Formez, insegnai al loro centro nazionale di Napoli ed all’Anciform di Roma. Questa esperienza mi ha dato modo di capire, ancora più della mia esperienza di Sindaco, quanto lenti e difficoltosi siano i processi di innovazione in realtà come gli enti locali sempre sottoposti a sollecitazioni diverse.
Per questo mi pare apprezzabile la decisione del dott. Subba anche perché, ancora un volta devo osservare, che la data del 20 luglio è ordinatoria e non perentoria e quindi bisognerà considerare un periodo di implementazione sperimentale. Inoltre proprio qualche giorno fa, discutendo con la dott.ssa De Gregorio della pubblicazione dei documenti on line questa mi faceva osservare come, via via che l’esperienza si approfondisce ed investe tutto il complesso degli atti comunali, sarà difficile che la gestione dei dati e l’immissione in rete possa essere tutta gestita, come avviene ora, all’interno affidandoci all’esperienza ed alla competenza di un funzionario bravo ed efficiente ma che non ha solo questo incarico e quindi bisognerà pensare di ricorrere ad un soft-house.

Quanto al ruolo del portavoce, come certo sa, questa figura è stata introdotta ufficialmente dalla legge 150/2000, che detta appunto norme sulla "Disciplina delle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni". L'articolo 6 della citata legge gli affida l'incarico "dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione" e risponde, per i suoi atti, soltanto all'autorità di vertice per il rapporto fiduciario che li lega. E’ chiaro che in una realtà
imitata come è quella del Comune di Lipari è difficile sottrarsi ad un rapporto diretto con i cittadini svolgendo una sorta di intermediazione fra questi e gli uffici. Una intermediazione che, se da una parte tende a rendere più prossimo il Comune, dall’altra rischia di sommergere il portavoce di una serie di incombenze che alla fine non può più gestire. Quindi quello di trasformarsi in un canale del “diritto di accesso” va esercitato con prudenza e possibilmente in casi, per così dire, patologici dove la mancanza di circolazione di informazioni rischia di gettare un ingiusto discredito sulla pubblica amministrazione.
Cordiali saluti
Michele Giacomantonio

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.