Un quarto d'ora di pioggia intensa sprigiona un...fiume di fogna
Salvatore Sarpi
LIPARI
Non è stato certo uno spettacolo da
località turistica quello che hanno trovato ieri mattina a Marina
Corta i circa 450 croceristi che sono sbarcati a Lipari dalle navi
"Le Ponent" e "Berlin".
L'intensa pioggia della
notte prima, ed una sempre più evidente fatiscenza della rete
fognante, ha fatto saltare tutti i tombini delle fogne e la piazza
(area esterna ai locali inclusa) si è riempita di liquami
maleodoranti. Il lezzo, che qualcuno ha tentato di "spacciare"
ai turisti per puzza di zolfo che il vento sospingeva sino a Lipari
dalla vicina Vulcano, era davvero insopportabile.
Sul posto per
cercare di riportare la situazione alla normalità (ma il danno
d'immagine era già bello che fatto) sono intervenute la ditta di
espurgo di Angelino Biviano e quella di Saro Gitto. Erano anche
presenti il vice-sindaco Gaetano Orto e l' assessore Giovanni
Sardella. Oltre al lezzo i turisti hanno potuto "ammirare"
una via Roma, che dopo la pioggia della sera prima e il fiume che
l'ha attraversata (come sempre), era ricolma di detriti specie nella
parte terminale. E la pioggia, caduta copiosa per circa quindici
minuti, ha riproposto la drammaticità in cui versano alcuni punti
nevralgici dell'isola quali sono le vie Roma, Franza, Zinzolo,
S.Lucia e le zone di Ponte e Valle e, conseguentemente, i rischi che
corrono gli abitanti e/o coloro che si trovano a transitarvi in
occasione della pioggia.
Strade, zone che, per l'ennesima volta, si
sono trasformate in torrenti in piena che hanno trascinato lungo il
loro percorso tutto ciò che hanno trovato massi, sabbia, detriti,
vecchi elettrodomestici e, sulla via Roma, anche una transenna
posizionata dal comune per indicare l'esistenza di un'area a traffico
limitato.
Una situazione che, anche in previsione
dell'inverno, desta non poche preoccupazioni tra i cittadini, in
particolare tra quelli residenti nelle aree a rischio.
Sappiamo che
la giunta Giorgianni si è mossa per ottenere la possibilità di
"sforare" il patto di stabilità e "recuperare" i
fondi (tra l'altro disponibili) per procedere alle operazioni di
messa in sicurezza dei torrenti e delle aree a rischio.
Sappiamo
anche che è passato quasi un anno da quando l'allora ministro
all'Ambiente Corrado Clini sbarcò a Lipari (all'indomani di un
nubifragio che mise a dura prova territorio e cittadini) e promise un
pronto intervento per sbloccare i fondi. Da allora nulla è cambiato,
i soldi sono dove erano, le strade restano torrenti in piena anche a
seguito di 10/15 minuti di pioggia più o meno intensa, il rischio è
sempre dietro l'angolo. Forse è il momento di "battere i pugni" e mettere chi di competenza
di fronte alla realtà e ai rischi che si corrono. Prima che sia troppo tardi
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