(ANSA) – MILANO, 10 GIU – La Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente, le amministrazioni erariali, la Regione Lombardia, Greenpeace e anche il proprietario di un immobile hanno chiesto di costituirsi parti civili nel processo milanese a carico dell’ex commissario governativo, Luigi Pelaggi, e di un’altra trentina di imputati coinvolti nel procedimento con al centro i reati di corruzione e di gestione illecita di rifiuti in relazione alla bonifica dell’area ‘ex Sisas’, a Milano.
Nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dai pm Basilone, Pirotta e Filippini, su presunte irregolarita’ nello smaltimento di circa 280mila tonnellate di rifiuti industriali, lo scorso 22 gennaio, erano stati arrestati Pelaggi, importante funzionario del Ministero dell’Ambiente e che era stato nominato dal Governo Berlusconi nel 2010 proprio per gestire la bonifica di quel ”sito di interesse nazionale”, Francesco Colucci, presidente di Unendo Spa, holding a capo della bonifica tramite la Daneco Impianti, Bernardino Filipponi, amministratore unico di quest’ultima, Claudio Tedesi, ingegnere ambientale e i due responsabili della direzione dei lavori, Fausto Melli e Luciano Capobianco.
Nelle scorse settimane, pero’, la Cassazione ha annullato per incompetenza territoriale, a favore del Tribunale di Roma, l’arresto di Pelaggi e oggi, dunque, la quarta sezione penale di Milano (presidente del collegio Oscar Magi) ha deciso di attendere le motivazioni della Suprema Corte per far discutere le istanze delle difese sul trasferimento del processo e poi decidere.
Prossima udienza il 15 luglio. Intanto, ha annunciato la sua costituzione di parte civile, tra gli altri, anche un cittadino, rappresentato dall’avvocato Maria Teresa Zampogna, che e’ proprietario di un immobile che sorge a ”100 metri” dalla discarica di Chivasso (Torino), una di quelle al centro dell’inchiesta. Un’istanza per chiedere, tra le altre cose, anche i ”danni alla salute”. (ANSA).
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