(da corriere della sera.it) Per nulla turbata del mancato incontro con uno degli uomini più ricchi al mondo, ieri non ha rinunciato al solito lento risveglio, alla gita in barca per poi presentarsi nel suo locale poco prima delle 20. Da 17 anni Angela Mascolo («Napoletana d’origine ma attualmente giramondo») ha mollato la città per vivere fino in fondo i ritmi e la serenità di Panarea. E basta parlarle pochi minuti per rendersi conto che non è affatto strano il suo «no, mi dispiace siamo pieni» sbattuto in faccia al magnate russo Roman Abramovich che voleva prendere un aperitivo sulla terrazza del sushi bar «Bridge» (tra i clienti affezionati Giorgio Armani, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Alba Parietti) da dove si gode anche un’impareggiabile cartolina delle Eolie con lo sfondo di Lisca Bianca e il vulcano Stromboli.
Il Sushi Bar di Panarea
«E che dovevo fare? — si chiede Angela Mascolo accennando un sorriso —. Buttar fuori gli altri clienti per far posto a lui? Ha telefonato troppo tardi e il locale era tutto occupato. Pazienza, se vuole tornare provi a prenotare per tempo». Insomma, per una donna che ha fatto di Panarea una scelta di vita anche mister Abramovich è un cliente come gli altri. Giovedì scorso ha telefonato per prenotare un tavolo per otto persone, ma si è sentito rispondere che non c’era più posto. Nonostante il cognome che porta, i miliardi e il suo megayacht «Pelorus» che da alcuni giorni naviga tra le isole Eolie. «Oddio — tiene a precisare la signora Mascolo, questa volta con un sorriso aperto — io di amici ne ho tanti. Se, per esempio, avessero telefonato Carlo Rossella o Diego Della Valle in qualche modo una soluzione l’avrei trovata, perché loro sono amici miei. Ma il signor Abramovich non lo conosco e i soldi non fanno certo un’amicizia».
Dopo il gran rifiuto, al «Bridge» tutto scorre liscio come ogni sera. Il cuoco giapponese Susumu Abiko ha appena finito di sistemare con pignoleria snervante il sushi per il lungo aperitivo che è quasi una cena.
La titolare Angela Mascolo, il direttore Roberto Improta e il cuoco giapponese Susumu AbikoSi comincia alle 20.30 per finire alle 22.30. Solo a quell’ora inizia la cena vera e propria che va avanti fino a notte fonda. «Questi sono i tempi di Panarea », spiega il direttore del locale Roberto Improta che poi è il responsabile materiale del «no» sbattuto in faccia ad Abramovich. Nel senso che è stato lui a prendere la telefonata. «Hanno chiamato intorno alle 15 dicendo che Abramovich voleva un tavolo per l’aperitivo, ma ho risposto che era già tutto pieno». E dall’altro capo del telefono non l’hanno presa affatto bene: «Stavo spiegando che si poteva fare per un’altra serata, ma hanno risposto 'No, va bene così'. E poi hanno riattaccato ».
Non è la prima volta che un locale italiano risponde picche al patron della squadra di calcio inglese del Chelsea. Era già successo esattamente l’agosto dello scorso anno all’esclusivo «Bistrot», ristorante sul lungomare di Forte dei Marmi. E anche un anno fa il magnate non l’aveva presa bene, minacciando di non rimettere più piede in Versilia. Quest’anno, invece della cena gli è stato rifiutato l’aperitivo, a base di sushi, tempura e champagne. Anche se, nonostante l’ingresso discreto e mimetizzato, il «Bridge» ha la capienza per ospitare fino a novanta persone. Insomma, facendo uno sforzo un angolino per Abramovich si poteva anche trovare. E qui Angela Mascolo se la gode proprio: «Ma poi chi me lo dice che era proprio lui? Se vuole veramente venire da noi, ormeggi il suo yacht nel porto qui di fronte al locale, in modo che sia ben in vista e io lo possa vedere». E non pensi di aggirare l’ostacolo acquistando questo esclusivo locale. «Per il semplice fatto — assicura la Mascolo — che il Bridge mi diverte un mondo e non è in vendita».
Alfio Sciacca