Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno assolto; il dirigente Biagio De Vita condannato ad un anno e tre mesi di reclusione (pena sospesa) al processo tenutosi a Lipari per la morte di Alessandra Vitrano, la ventinovenne turista palermitana deceduta il 24 agosto del 2005 ad Alicudi dopo essere precipitata in un burrone a causa della mancanza di barriere protettive lungo la scalinata che collega il porto con la parte alta dell'isola. A De Vita sono state riconosciute anche le attenuanti generiche.
La sentenza è stata emessa ieri alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice monocratico Roberto Gurini che ha anche condannato, complessivamente, il maggior comune eoliano (in quanto responsabile civile) al pagamento di una provvisionale di 80mila euro a favore della costituita parte civile in attesa della quantificazione del risarcimento che avverrà in sede civile.
Il sindaco Mariano Bruno è stato difeso dall'avv. Fabrizio Formica, il dirigente Biagio De Vita dall'avv. Saro Venuto, il comune dall'avvocato Onofrio Natoli, i familiari della vittima dall'avv. Riccardo Costa del Foro di Palermo. A sindaco e dirigente era stata contestata l'ipotesi di omicidio colposo in concorso "per aver omesso di dotare di pubblica illuminazione e di idonei parapetti e protezioni laterali la stradella». Secondo la pubblica accusa, sostenuta dal sostituto procuratore della repubblica di Barcellona, Francesco Massara, la predisposizione di adeguate protezioni avrebbero potuto scongiurare il tragico evento. Il pm Massara aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi per il tecnico comunale e a sei mesi per il primo cittadino di Lipari. Il giudice monocratico ha prosciolto da ogni responsabilità il sindaco, condannando solo il dirigente tecnico il cui legale ha preannunciato ricorso in appello. Si conclude così la vicenda processuale che ha riguardato il tragico incidente avvenuto cinque anni fa nella piccola isola eoliana.