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giovedì 12 novembre 2009

Per i novant’anni di Giuseppe Iacolino (di Michele Giacomantonio)

Lunedì il Rotary Club ed il Centro Studi hanno voluto festeggiare il prof. Giuseppe Iacolino per i suoi novant’anni sottolineando il grande contributo che egli ha dato alla cultura ed alla ricerca storica sulle Eolie. Fuori di Lipari in quei giorni, vorrei aggiungere alcune mie riflessioni a quelle già pubblicate su questa bella e nobile figura di cittadino e di studioso eoliano. Altre volte ho avuto modo di dire che se non avessimo avuto due personaggi come Giueppe Iacolino e Luigi Bernabò Brera molte pagine della nostra storia locali, e pagine importanti, sarebbero rimaste nell’ombra. Bernabò Brea per la storia archeologica giungendo però a lambire il nostro medievo, Iacolino in particolare dal medioevo ai nostri giorni. Non voglio per questo dimenticare i contributi di Leopoldo Zagami, di Pino Paino, di Maddlene Cavalier, di Mons. Alfredo Adornato e tanti altri che, soprattutto negli anni più recenti, hanno scritto sulla storia del nostro arcipelago.
Di Iacolino vale la pena ricordare innanzitutto che ha curato la pubblicazione di due importanti testi come il “Disegno Historico della nobile e fedelissima città di Lipari” di Pietro Campis che fino al 1980 era accessibile a pochi perché si tramandava attraverso pochissimi manoscritti e “ I turchi alla marina” che contiene “La distruzione de Lipari per Barbarussa” composta da Giovan Andria de Simon detto il Poeta.
Numerosi, oltre questi, sono i testi dedicati alle vicende ed alla realtà eoliana ma forse l’opera sua fondamentale è “Le isole Eolie nel risveglio delle memorie sopite” di cui sono stati pubblicati fin’ora il primi tre volumi ed il quarto – dedicato specificamente alla “ruina” del Barbarossa - dovrebbe essere ormai in corso di stampa. In essi l’autore affronta temi di grande importanza come la nascita della chiesa liparese ed il culto di San Bartolomeo, i secoli della grande crisi con le incursioni dei barbari prima, dei saraceni dopo ed il risveglio dei fenomeni vulcanici, l’arrivo dei Normanni e il lungo periodo degli abati benedettini che divengono vescovi della diocesi Lipari-Patti, il sorgere e lo strutturarsi della municipalità, ecc. ecc. Ed è proprio all’inizio del III volume di quest’opera che Iacolino porta un contributo notevole alla nostra storia civica pubblicando e commentando un documento del 22 marzo del 1246 rinvenuto nelle carte del vescovado di Lipari e cioè un atto notarile che ci dice in maniera introvertibile che nel 1246 il Comune di Lipari, con le sue figure istituzionali di governo, era in piena efficienza. Nel libretto “La Fondazione della Communitas Eoliana agli albori della Rinascenza” pubblicato nel 1994 in occasione della celebrazione dei 900 anni del Constitutum dell’Abate Ambrogio, Iacolino aveva scritto, a proposito dei processi che a partire dalla fine del XII secoli per tutto il XIII secolo portarono allo strutturarsi della civica amministrazione municipale, che “benché non disponiamo di testimonianze originali. Siamo egualmente sicuri che anche l’Università di Lipari e il suo Comune parteciparono a codesta nuova fase di assetto e di avanzamento”. Ora il documento rinvenuto nel 2002 gli permette di porre con certezza un nuovo tassello.
A Iacolino si devono anche la ricerca sull’origine di moltissimi toponimi che caratterizzano il nostro territorio e che egli, fa risalire, per la gran parte, al periodo normanno, cioè sul finire dell’XI secolo, quando sotto la guida dell’Abate Ambrogio la comunità locale prende a riorganizzarsi ed alla lingua greca che gli eoliani avevano parlato fino ad allora si va sostituendo il latino e quindi, col tempo, il volgare. Iacolino, anche se con tutta la prudenza dello studioso sempre attento ed aperto a nuove ricerche e nuove scoperte, ha sostenuto, assieme a Bernabò Brera, la tesi della cesura nella cultura e nella tradizione eoliana fra la distruzione dell’838 ad opera dei saraceni e la ricostruzione ripresa dopo il 1080 e cioè fra l’epoca bizantina e l’epoca normanna. Una tesi che recentissime ricerche, dovute in particolare a Vittorio Gistolisi e Giuseppe La Greca, hanno messo per certi versi in discussione.
Potrei continuare a lungo ricordando gli apporti dei suoi studi e della sua ricerca. Concludo accennando ai suoi lavori più recenti: “Strade che vai, memorie che trovi” pubblicato nel giugno del 2008 a cura del Rotary Club e il primo volume di “Raccontare Salina” del marzo 2009.
Ci auguriamo che presto giungano altre sue opere per completare il ciclo delle “Isole Eolie nel risveglio delle memorie sopite” e di “Raccontare Salina”. Ed insieme a questo auspicio, quello di averlo ancora a lungo fra noi lucido ed entusiasta.