Con la consueta schiettezza il ribelle di fiducia del Cavaliere stana il pregiudizio dell’incompatibilità fra leghisti e sudisti siciliani, rivelando che il migliore amico dei siciliani è Umberto Bossi, se non ce ne fossimo accorti. Il diavolo e l’acqua santa possono andare d’amore e d’accordo, ciò che abbiamo finora pensato, sospettato, creduto è del tutto privo di fondamento. Il diavolo si approvvigiona al fonte battesimale senza che la natura demoniaca subisca alcun nocumento. Del pari, l’acqua santa può essere aspersa sul capo del diavolo senza che il Padreterno abbia a dolersene.
L’audacia di una simile asserzione non deve sorprendere. Miccichè ha precorso sempre i tempi, prevedendo ciò che agli altri non era consentito. Di particolare rilievo, per esempio, un’intuizione che avrebbe provocato grande rumore nel centrodestra determinando una svolta nei rapporti fra una fetta del Pdl siciliano e l’Udc, allora guidato da Totò Cuffaro. “Il cuffarismo”, spiegò, lasciando basiti i suoi interlocutori, “è un sistema da combattere, ma Totò Cuffaro non c’entra niente. Il cuffarismo è nato prima di Cuffaro”.
Dopo un primo comprensibile sgomento, si capì che non c’era alcunché di avventato nelle parole di Miccichè, allora presidente dell’Assemblea, sul conto del presidente della Regione in carica. L’accezione negativa regalata al cuffarismo avrebbe preceduto l’avvento di Cuffaro. La retroattività ha nuociuto all’ex governatore e non ha portato benefici all’ex presidente dell’Assemblea. Ora è la volta del leghismo para-siciliano, che rompe con stereotipi e cazzate anti-terroni ed anti-siciliane attribuite a dirigenti bossiani e post-bossiani. Calderoli, Maroni e gli altri ci hanno sempre voluto un mondo di bene, solo che non sanno esternare i loro sentimenti.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.