Il sindaco di Firenze ha fatto sapere che non si metterà di traverso qualunque sia la soluzione unitaria che si voglia dare al partito nell’attuale contingenza. Renzi ritiene, infatti, che in questo frangente debba prevalere la coesione e che vada data in tempi brevi una soluzione alla crisi della segreteria. Chiunque abbia la guida del Partito democratico, resta da decidere – il Pd lo farà nell’assemblea nazionale di sabato prossimo – se il successore di Bersani debba preparare il congresso e limitarsi a questo compito entro un lasso di tempo molto ridotto, oppure debba rimettere insieme i pezzi del partito e ricostruire condizioni elementari di convivenza per andare al congresso senza traumi. Un segretario di transito o un segretario di prospettiva, insomma.
Finora sono stati proposti nomi legati ad una segreteria transitoria. Un successore di garanzia per pilotare il congresso. L’ex segretario della Cgil, Epifani, appariva il più accreditato, ma c’erano altri, come Cuperlo, Martini, Barca. Il ventaglio delle candidature si è arricchito durante gli ultimi giorni. Ora pare che sia stata trovata la quadra con Anna Finocchiaro. Ma non è detto.
Resta questa, tuttavia, solo una ipotesi. Il Pd attuale è un partito liquido, abitato da pulsioni diverse. Non è ancora uscito dal trauma provocato dalle elezioni del capo dello Stato e, soprattutto, dalla bocciatura di due suoi leader storici, Franco Marini e Romano Prodi, fondatore del Pd.
Particolarmente grave, come si ricorderà, la bocciatura di Prodi – 101 franchi tiratori – dopo l’unanimità mattutina regalata all’ex Presidente del Consiglio.
Al successore di Bersani tocca di ricostruire la fiducia nel partito e di guidarlo nella difficile gestione del governo delle larghe intese. C’è il rischio infatti che la crisi interna e la forzata partecipazione all’esecutivo con il “peggior nemico” provochino il collasso. Per questa ragione anche il rottamatore Renzi privilegia una segreteria unitaria e condividerebbe anche l’ipotesi Finocchiaro.
Finora sono stati proposti nomi legati ad una segreteria transitoria. Un successore di garanzia per pilotare il congresso. L’ex segretario della Cgil, Epifani, appariva il più accreditato, ma c’erano altri, come Cuperlo, Martini, Barca. Il ventaglio delle candidature si è arricchito durante gli ultimi giorni. Ora pare che sia stata trovata la quadra con Anna Finocchiaro. Ma non è detto.
Resta questa, tuttavia, solo una ipotesi. Il Pd attuale è un partito liquido, abitato da pulsioni diverse. Non è ancora uscito dal trauma provocato dalle elezioni del capo dello Stato e, soprattutto, dalla bocciatura di due suoi leader storici, Franco Marini e Romano Prodi, fondatore del Pd.
Particolarmente grave, come si ricorderà, la bocciatura di Prodi – 101 franchi tiratori – dopo l’unanimità mattutina regalata all’ex Presidente del Consiglio.
Al successore di Bersani tocca di ricostruire la fiducia nel partito e di guidarlo nella difficile gestione del governo delle larghe intese. C’è il rischio infatti che la crisi interna e la forzata partecipazione all’esecutivo con il “peggior nemico” provochino il collasso. Per questa ragione anche il rottamatore Renzi privilegia una segreteria unitaria e condividerebbe anche l’ipotesi Finocchiaro.
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