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venerdì 10 maggio 2013

Pellegrinaggio a Pirrera per ricordare i caduti del Santamarina e il quesito sulla Misericordia

Fra le tante manifestazioni e cerimonie di ieri, 9 maggio, è bene anche ricordare il pellegrinaggio della Parrocchia di S.Pietro a Pirrera, alla  Casa di Preghiera Madre Florenzia Profilio. 
Un pellegrinaggio, che ha preso  le mosse dalla piazzetta San Pio di Pietralcina in pulman, ed ha avuto tre  momenti essenziali:  il saluto a Maria Madre dello Stupore all’edicola posta  lungo la strada che dalla Chiesa di Pirrera  porta alla casa delle suore, la Messa presieduta da Mons. Sardella all’aperto dinnanzi alla cappella della  Casa di Preghiera dedicata ai morti del Santamarina, la relazione di Michele Giacomantonio sul tema “La Chiesa sacramento di Misericordia” per la serie  di incontri di Catechesi per adulti.
“Esiste ancora la misericordia in questo mondo? – si è chiesto il relatore introducendo l’argomento - Il secolo scorso il XX è stato un secolo terribile: abbiamo conosciuto due sistemi totalitari brutali, due guerre mondiali con decine di milioni di morti, lo sterminio di massa, l'esplosione  della bomba atomica...E quello appena iniziato non sembra dover essere da  meno visto che é stato salutato, nel suo primo anno, mentre continuano e si  approfondiscono i drammi degli immigrati, dallo sfruttamento dei bambini, l’emarginazione di ampi strati di popolo.
“Pietà l’è morta” diceva una antica canzone che gli alpini cantavano nella prima guerra mondiale. Si, sembra proprio che Dio sia morto e con lui la pietà e l'umanità per cui, per molti l'unica prospettiva, é la disperazione
.Eppure non si può dire che la compassione e la misericordia oggi ci siano  diventate del tutto estranee e ci manchino. La solidarietà che si manifesta di fronte alle catastrofi naturali, ai terremoti, alle alluvioni; le collette che si rincorrono a favore di ospedali in Africa, dei medicinali e delle cure in genere per i bambini e per i poveri, la solidarietà nelle  famiglie e fra le famiglie, a livello di vicinato, di paese; tutto questo ci dice che compassione e misericordia non sono morte.
E allora ci torna alla mente un antico proverbio cinese che saggiamente ricorda che “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”. La misericordia non è morta ma forse, le sue opere, vanno sostenute, alimentate, opportunamente presentate…
Sono in molti oggi a comprendere che, a  differenza di come sosteneva Nietzsche, la morte di Dio non porta alla liberazione dell'uomo ma alla perdita della sua dignità e della speranza. Sarebbe il trionfo dei violenti e dell'ingiustizia. Senza Dio non c'è più alcuna istanza a cui appellarsi, non c'è più alcuna speranza in un senso ultimo e in un'ultima giustizia.
Ma riconoscere questo equivale a riproporre con forza la concretezza della
fede in Dio per cui l' annunzio della sua morte e' l'annunzio della nostra incapacità a comprenderlo, a comunicarlo, a testimoniarlo”
Dopo questa introduzione la relazione ha affrontato il tema della misericordia nell’Antico Testamento, nella predicazione di Gesù e come la Chiesa può essere un punto di riferimento forte che riesca a dare visibilità e forza alle miglia di opere che maturano nella quotidianità della vita diventando così “profezia” di Misericordia.
Il pellegrinaggio si è concluso verso le 20 con il rientro dei partecipanti in pulman ed in macchina.

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