Il Ministro, il Sindaco e l’Unesco: una curiosa sintonia di opinioni differenti.
Oggi pomeriggio, appena sbarcato da un elicottero, il Ministro dell’Ambiente On. Stefania Prestigiacomo ha rilasciato una intervista alla stampa locale con interessanti dichiarazioni sull’appartenenza delle nostre isole alla World Heritage List; citando l’esempio negativo di Dresda (cancellata dai Patrimoni dell’Umanità appena qualche giorno fa), ha ricordato che un sito deve ottemperare ai requisiti richiesti dall’Unesco per il mantenimento del riconoscimento e, infine, ha richiamato con soddisfazione la recente inclusione nella prestigiosa lista delle Dolomiti, che insieme alle Eolie adesso rappresentano gli unici siti italiani inclusi per i valori naturalistici.
È interessante notare come, appena qualche giorno fa, proprio l’ospite che l’ha ricevuta allo sbarco dall’elicottero, ovvero il sindaco Bruno, abbia rilasciato affermazioni di tutt’altro tenore.
A Lipari la vicenda è passata sotto silenzio, perché l’intervista è stata pubblicata domenica 28 giugno sull’inserto “Corriere del Trentino” del quotidiano “Corriere della Sera”, distribuito esclusivamente su scala regionale, in uno speciale sul nuovo Sito Unesco delle Dolomiti. In un clima di intuibile soddisfazione generale, il sindaco Bruno si è premurato invece di allertare i suoi omologhi alpini dichiarando che quando le Eolie erano state inserite nel Patrimonio dell’Umanità non era stato imposto nulla, ma dopo sono arrivati vincoli e divieti; che appartenere alla World Heritage List era costato decine di posti di lavoro e il sacrificio di 80 famiglie; che “come sindaco pretendo la restituzione dei posti di lavoro persi e un congruo risarcimento all’impresa (Pumex) costretta a chiudere sotto la finta giustificazione di licenze scadute”; infine, sostenendo che i soldi dell’Unesco “sono un miraggio”.
Premesso che ognuno è libero di pensare e di dire ciò che vuole, mi sorge tuttavia il dubbio che l’On. Prestigiacomo non sia una lettrice del “Corriere del Trentino”; altrimenti sarebbe rimasta quantomeno sorpresa, perché la verità è che:
1) alle Eolie, riconosciute proprio per l’importanza dei loro vulcani attivi e spenti, già nel 2000 era stata chiesta la tutela della propria morfologia, limitando i danni prodotti dall’estrazione della pomice; la Regione Siciliana e il Ministero dell’Ambiente avevano risposto che le cave disponevano di concessioni fino al 2002, senza previsione di rinnovo; ma tra il 2002 e la chiusura delle cave, nel 2007, si sono avuti cinque anni per proporre (o sollecitare agli enti competenti) la programmazione della dismissione dell’attività estrattiva, o addirittura un progetto di riconversione, e salvare posti di lavoro e famiglie, non ottenendo nulla.
2) Il sindaco Bruno potrà pretendere ciò che gli aggrada, ma è un fatto che l’impresa sia stata chiusa su disposizione della magistratura e sia oggi al centro di un’inchiesta, che dovrà stabilire se abbia o meno continuato a scavare in assenza di concessioni: dunque, arrivare a rivendicare un “congruo risarcimento” per l’impresa è un’ipotesi che sconfina nella fantascienza.
3) In merito ai soldi dell’Unesco, è difficile ottenerli quando non si presentano progetti specifici, e per quanto mi risulta, questa e la precedente amministrazione si sono distinte per non averne presentato nessuno.
Tuttavia, al di là delle discutibili verità proposte dal sindaco Bruno ai giornalisti trentini, l’On. Prestigiacomo è venuta a Lipari per parlare non del futuro del Sito Unesco, ma di progetti nel settore idrico. Chissà se il sindaco si premurerà di ricordare che un indirizzo del Consiglio Comunale ha proposto l’impiego degli ex-lavoratori Pumex (i posti di lavoro che vorrebbe indietro dall’Unesco) nella gestione del comparto idrico?
Quello del Ministro potrebbe essere un avallo autorevole a questa ipotesi; in caso contrario, restano le sue dichiarazioni conclusive sulla penosa vicenda di quaranta precari alla mercé di promesse non mantenute, ovvero che adesso il nuovo governo regionale Lombardo, finalmente operativo, si metterà al lavoro per la soluzione del problema.
Infine, una domanda irrispettosa: il ministro è esente dal ticket di ingresso?
Pietro Lo Cascio (consigliere comunale di Sinistra e Libertà





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(Laprovincia on line- Gaetano Di Matteo) Sbarca a Salerno “Nostra Signora dei Vulcani”, al secolo Loredana Salzano, l’eclettica 35enne artista nocerina giunta seconda alla prima edizione del “Concorso Arte contemporanea 2009” di Messina con l’opera dal titolo “Estrattori di allume-luna”.Ed è grazie a questo piazzamento che esporrà le proprie tele presso la Biennale Internazionale di arte contemporanea di Firenze che si svolgerà quest’anno alla fine di Dicembre a Fortezza da Basso. L’esposizione salernitana è stata allestita presso la galleria d’arte-ristorante “Rosso rubino” di Salerno fino al 14 luglio. Titolo della mostra: “Eruzione lunare”. Quello della Salzano è un ritorno nella cittadina salernitana, visto che da qualche anno si è trasferita nell’incantevole isola di Lipari, suggestivo e fecondo scenario vulcanico del quale l’artista riesce a rappresentarne le pulsazioni ed inquietudini, solitudini e sogni, piaceri ed irrequietezze. Sul perché siano proprio i vulcani ad essere al centro del flusso creativo dell’artista è lei stessa a spiegarlo: “Perché il vulcano è arte del profondo. Esso è donna sola e potente. E’ fuoriuscita di pensieri densi; è filo rosso tessuto alle radici; è movimento d’onda che incanta e disorienta”. Non solo pittura. La Salzano realizza ceramiche artistiche e sculture con materiali di recupero provenienti direttamente dal mare. Inoltre scrive. E tanto. Compone versi ed annota pensieri, gli ultimi dei quali raccolti nell’opera: “isole brade”. Una raccolta di poesie di una delicata bellezza sospese tra realtà e sogno, intrise di mare, impregnate di colori e profumi di questo lembo di terra siciliano all’incrocio dei venti e baciato da Afrodite. Una natura selvaggia, brulla e cristallina raccolta e proiettata in queste opere dalle quali emerge un raffinato tentativo, più che riuscito, di dare poesia, luce e corposità agli animi femminili che ruotano nella sua vita. Ed una donna in particolare, sua figlia Caterina(“Attraverso i suoi occhi riesco a vedere ciò che credevo scomparso, ma che in realtà è solo sommerso”), le ha ispirato forse il suo quadro più bello, o quantomeno il più rappresentativo: “Uno due tre… Luna”. Quest’ ultima è la prima opera della nuova serie delle" lune ludiche" e riprende ,nello specifico, in maniera più che evidente nel titolo:" un ,due ,tre ..stella", il gioco dei bambini. Dei bambini "c’è il grafismo fanciullesco - spiega lei- e come solo ai bambini accade, rimane la sorpresa ,lo stupore, la gioia. In qualche modo un viaggio alla scoperta, o alla "riscoperta", della Luna che resta la proiezione dei sogni e delle umane aspettative”. Perché, come scrisse Marcel Proust “Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”.











