Dissequestrato ad un anno di distanza dal provvedimento, l'ultimo cassone (due erano stati dissequestrati in precedenza) del prolungamento e messa in sicurezza del lato sud di Marina Corta.
Il dissequestro, disposto dalla Procura di Barcellona, fa seguito allo svuotamento del manufatto, effettuato 20 giorni fà, dalla sabbia proveniente dal sito archeologico di Sottomonastero. Il dissequestro, al di là delle vicende giudiziarie che restano in piedi, consentirà la ripresa dei lavori da parte della ditta Scuttari di Chioggia che, in atto, è impegnata nella frazione di Ginostra per i lavori di consolidamento dei cassoni di testata del pontile che versa in uno stato di grande precarietà dal novembre scorso. La vicenda giudiziaria resta aperta e riguarda anche una presunta difformità nell'esecuzione dei lavori rispetto al capitolato d'appalto che, certamente, non prevedeva che il manufatto fosse riempito con la sabbia di Lipari decisamente leggera e non confacente a garantire solidità alla struttura portuale.
Come si ricorderà la magistratura sui lavori connessi alla portualità di Lipari ha già puntato il mirino emettendo due avvisi di garanzia nel contesto delle indagini avviate subito dopo il ritrovamento nell'area sottomarina di Sottomonastero, a seguito di dragaggio dei fondali, dei plinti di base appartenenti ad una struttura risalente al I-II secolo dopo Cristo posizionata, presumibilmente, all'ingresso del porto romano di Lipari. Plinti che il 30 maggio 2008, a seguito di segnalazione di un cittadino, vennero ritrovati a bordo del pontone "San Luca". Del ritrovamento non era stata ancora informata né la Sovrintendenza né il Circomare di Lipari.
Secondo indiscrezioni la Procura starebbe verificando se prima dei plinti fossero stati ritrovati altri elementi archeologici. Ci si starebbe muovendo anche in base ad una documentazione fotografica.